CHICHIBU (il paese dei ricordi)

Immaginatevi di dormire per terra su un cuscino che pesa 50 chili.
Immaginatevi un altro paese, dove la gente ti ringrazia mille volte e i ciliegi colorano le strade di un tenue rosa.
Immaginatevi di avere una vallata davanti alla vostra finestra.
Benvenuti in Giappone, dove i bancomat ti parlano e i pasti hanno il gusto del ricordo.
Buona lettura.

Dicevo.
Immaginatevi di sentire il diavolo bussare alla vostra porta.
Immaginatevi di svegliarvi nel sonno lontano da casa.
Non c’è nessuno che possa aiutarvi. Nemmeno la mamma.
Siete soli. (beh io ho con me la mia amica spendacciona)
A me capita spesso di fare incubi di notte, forse perché mangio pesante. Ma in vita mia non mi era mai capitato di sentire voci dell’altro mondo.
Forse è colpa della soia.
Come li chiamano in Giappone i demoni? Oni. Che alla fine è anche una parola carina, breve, come Ugo. Nessun Ugo vi farebbe mai del male, figuriamoci uno che si fa chiamare Oni. Al massimi ci giochi a rubamazzetto.

Dio chi è che parla alla cinque del mattino. Non ho il coraggio di aprire gli occhi.

Scena 1: Camera da letto di un Hotel nella prefettura di Saitama.
Scena 2: Il protagonista si sveglia e sente delle voci provenire dall’Oltretomba. Nel dormiveglia vede una specie di brucomela muoversi sotto un futon.

Horror orientale o colpa del sashimi avariato?

“Piera sei sveglia? Senti anche tu questi voci incomprensibili?
“Sì cretino. È Mia san, che parla nel sonno”
“Sembra un disco dei Black Sabbath.”

Mia san non parla nel sonno, richiama Belzebù in persona! Si attorciglia nel futon e inizia a scalciare come Sandra Mondaini. E poi parla, parla con una voce roca.
Forse ho visto troppe volte The Ring.
Deve aver sognato qualcosa di terribile, perché dopo trenta secondi ha aperto gli occhi, ci ha guardato e ha preso subito in mano il cellulare.

“Scusate, io parlo nel sonno forte”
“Tranquilla, eravamo già svegli.”
“Vuoi fare onsen stamattina?”
“Neanche se mi dai venti Gratta e Vinci”

(QUI le mie avventure nelle vasche termali giapponesi)

“Noi oggi andiamo a Chichibu”
“E dov’è?”
“Vicino”
“Quanto vicino?”
“Vicino abbastanza”

Abbiamo salutato il nostro Onsen, solo dopo aver appurato che allo shop dell’hotel c’era Hello Kitty portachiavi che faceva il bagno nelle terme e un’altra con il catetere.

“Sono carine non trovi?”
“Piera non riuscirai a imbarcare le tue valigie se continui a comprare oggetti”
“Del Miso sottovuoto?”
“No!”
“Degli asciugamani ricordo?”
“No!!!!”
“E cosa siamo venuti a fare se non possiamo comprare neanche un souvenir?”

Mia san ci sta portando a Chichibu a mangiare, che non è proprio dietro l’angolo. Come se da Bologna andassi un attimo a Reggio Emilia per assaggiare una piadina.
Ma perché non rimaniamo qui in mezzo ai monti e agli anziani ritrosi?

“Volete fare colazione?”
“Scommetto che non c’è quella internazionale”
“No! C’è zuppa di Miso, Natto, pesce secco, salmone arrosto e riso”

Non mi abituerò mai.
Poi la sala delle colazioni non è molto attraente. Per sederti ai tavoli devi aggirare una fila lunghissima di carrozzine, che non t’invitano di certo a rimanere sereno mentre sorseggi the e sgranocchi della pelle secca di sgombro.

“Voi pronti? Andiamo a mangiare a soba in un ristorante dove andava mio marito da piccolo”
“Che bello. Una trattoria a conduzione famigliare”
“No, morti”
“Chi?”
“Quelli che avevano il ristorante. Ora c’è altre persone. Quindi non so se il gusto di soba è uguale”
“Perché tuo marito non è venuto?”
“Lui preferisce stare a casa. Lui come cane”
“????”

Per la prima volta da quando sono in Giappone ho visto finalmente una persona trasgredire alle rigide regole nipponiche.
Sulle scale del ponticelli che portava alla stazione una ragazza con tacchi vertiginosi fumava allegramente ignara della nostra presenza. Quando ci ha visti salire dalle scale, ha perso l’equilibrio ed è volata rimbalzando come la palla matta.
Poi si è rialzata, ha raccolto la sigaretta, si è scusata ed è scappata, sicuramente a fare ammenda nei bagni delle donne.

“Mia san stava fumando!!”
“Capita”
“Ma non è vietato?”
“Regola dice di non fumare, ma se non c’è nessuno e non butti per terra sigaretta puoi farlo”

Chichibu-jinja

Ora aprite il sussidiario a pagina 20 e leggete:
“Chichibu è una piccolo gioiello incastonato fra le montagne della Prefettura di Saitama, dista circa un’ora e mezza da Tokyo.
Il Chichibu Night Festival è uno dei Matsuri più importanti del Giappone, forse perché i suoi carri allegorici sono enormi e illuminati, alla faccia di quelle cagatine che vedi a Tokyo. Ci sono 34 templi dedicati alla dea Kannon che si possono visitare con un piccolo pellegrinaggio di soli 100 km.
Il trekking e la canoa sono fra gli sport più praticati. Durante le passeggiate nei boschi potrete incontrare scoiattoli, daini, scimmie e forse la mia amica Piera in cerca di qualche piccolo souvenir locale.
Chichibu è ordinata e pulita. Ricorda quei paesi svizzeri del Canton Ticino.
Uno dei santuari più famosi è il Chichibu-jinja, decorato dagli stessi artisti che hanno realizzato i famosi intagli del Santuario Toshogu di Nikko.
Ma è la natura la vera protagonista di questa città: prati in fiore, gole, alberi secolari e monti attraggono migliaia di turisti durante l’anno. Tutti tranne la mia amica Piera, che non ha trovato uno straccio di gattino di ceramica decente da portarsi a casa" :-P

Chichibu-jinja

“Guarda Mia San c’è uno sciopero”
“No, lui si candida a sindaco, dice che vuole costruire un ospedale”

“Ma perché non l’ascolta nessuno?”
“Forse perché sanno che non potrà mai costruire ospedale”

Chichibu


Altra piccola attrazione di Chichibu sono questi piccoli tempietti con dentro gli animali dell’oroscopo cinese.
Qui una mia immagine con il Dragone, che è il mio segno.

Chichibu
Questo invece è un ritratto di un anziano che non voleva togliersi dall’inquadratura, perché attratto dal decolté della mia amica Piera.

viaggio in Giappone

“Facciamo foto a Tigro”
“Tigre”
“C’è Galle”
“Gallo”
“C'è anche Mucchi”
“Mucca”

Travel blog Giappone


“Noi traspariamo al ristorante?”
“Mia san stai dimenticando l’italiano?”
“Un po’…sono stanca da ieri per colpa di terme”
“Vuoi riposarti su una panchina?”
“No andiamo al – resutorande – e imparo con voi italiano perché voi portafiori”
“Fiori?”
“Io tradisco direttamente”

Adesso basta. Mi sa che il computerino nella sua testa si è rotto.
Sta diventando tutto senza senso.

“Scusate io pazza!”
“Tranquilla, anche noi siamo stanchi”
“Io pigra.”
“Anche io.”
“Io golosa.”
“Anche io.”
“Io pigra, pazza e golosa.”

Adesso le tiro una sberla così si riattivano le sinapsi.

Posta giapponese

“Voi avete dormito bene con cuscino giapponese?”
“Era stano. Cosa c’era dentro?”
“Fatto con bucce di riso.”
“Sicura che non fossero denti degli anziani?”
“Forse qualcuno ha nascosto”

Meglio smettere qui.

“Avete messo crema per le palle a Onsen?”
“Mia san, si dice pelle!!!!”

Ecco il nostro pranzo.

Soba
Aveva ragione il marito di Mia san, ha il sapore dei ricordi.

GiapponeTVB