, , , , ,

LA VALIGIA SUL LETTO (Tokyo non si giustifica)

L’ultimo giorno.  E nella testa il pensiero banale: "Sembra ieri".
Il mio amico Marco è in giro per Tokyo a cercare una valigia a buon prezzo, che contenga tutti i suoi prodotti di bellezza, le mutande e la miriade di gadget che ha comprato.
Io continuo a girare a vuoto in cerca di uno stimolo.
È passato un mese, ho mangiato tonnellate di sushi, ho fatto la guida, il turista, l’amico e lo psicologo. 
È stata un’esperienza complessa, fra alti e bassi, ma ho capito un cosa: davanti alle avversità il Giappone ha sempre una risposta pronta.
Come regalo finale vi lascio il meglio (o il peggio) di questo lungo viaggio.

gorgeous-creautres
Le Gorgeous Creatures erano animali antropomorfi che tentarono di fare le scarpe alla Barbie all’inizio degli anni 80, ma con scarso successo.
Secondo voi una bambina davanti a un ippopotamo travestito da drag queen e “Barbie magia delle feste sono ricchissima morite di fame voi prolet” cosa sceglierebbe?
Per i più puntigliosi le Gorgeous Creatures erano 4: una maiala, una cavalla, la già citata ippopotama e una vacca. Nella loro scatola c’erano degli accessori modesti, tra cui la foto del loro fidanzato, uno specchio, una spazzola e un paio di scarpe tacco comodo.
Se volete questi toys li trovate da Spiral, il negozio di giocattoli vintage di Harajuku.
QUI il loro profilo Instagram.
Un luogo dove la nostalgia è di casa ( e neanche a buon prezzo). I commessi non ti cagano molto, anzi proprio zero, perché pensano che sei il solito turista che entra per dire “Questo ce l’avevo”. 
Quindi fate come me: prendete almeno un Mio mini pony per avere in cambio un “Arigatou”.

fancl japan
Ora comprate una vocale e indovinate la parola. 😛
Gli youtuber e i content creator riprendono spesso questo cartello, ma non ci dicono mai cosa sia. Persino i giapponesi che parlano italiano fanno fatica a rispondere. 

"Mia san cos'è Fancl?"
"Tu sempre a dire parolacce!"

Fancl è un noto marchio di prodotti per la cura della pelle e integratori alimentari “senza conservanti”. Sono pure quotati in borsa.

prodotti giapponesi

I supermercati giapponesi, quelli grandi a due piani, sono pieni di prodotti dal packaging ambiguo. Guardate di sfuggita questa salsa. Lo state pensando anche voi?

“Mia san ma è un pene disegnato?”
“Tu maniaco!”

Star Wars Japan
Questo nella foto non è un personaggio di Star Wars, ma un accattone. Per avere un ricordo con lui si parte da 100 Yen. Una volta un giapponese mi disse: "Voi in Italia avete quelli che lavano i vetri ai semafori. Sono strani"

salaryman.jpg


Non è bello fotografare i giapponesi. Loro ci tengono molto alla privacy, ma pare che siano i soggetti più immortalati nel pianeta. Tutti hanno foto di nipponici in metro che dormono, salaryman ubriachi che si rotolano per terra e simpatiche ragazzine vestite con il kimono. Questa immagine è una rara eccezione. Il signore era svenuto…in piedi.
Nessuno ovviamente ha avuto la briga di soccorrerlo. In preda al panico ho aspettato che si riprendesse. Lui non lo sapeva. L’ho osservato per 20 minuti. Poi la sua anima è rientrata nel corpo e in men che non si dica è tornato barcollare in stazione. Accorgersi degli altri fa sempre bene al cuore. Provateci anche voi. 😛

pulire orecchio in Giappone

Questa cosa di spendere quasi 10 Euro euro per farsi pulire i padiglioni auricolari non la capirò mai. Secondo me c’è sotto qualcos’altro. E quando parlo di “sotto” intendo quella roba lì.

“Io pulire anche sotto?”
“Fai pure! Ma c’è l’extra nel conto?”

Ecco immagino sia così.

Sexy shop Giappone

Questo è uno scatto rubato.
Mentre il mio amico Marco in un sex-shop intratteneva il commesso parlando di lingerie sensuali per ragazze burrose, io sono riuscito a fotografare il famoso fucile vibratore a compressione automatica (sto sparando parole a caso ) quello che usano spesso nei porno giapponesi.
La perversione del Sol levante è veramente senza tabù. E anche super elettronica! Qualcuno prima o poi andrà oltre e si friggerà le parti intime. Giapponese avvisato scroto salvato!

Viaggio in Giappone

E’ tempo di tornare a casa. Ripeto è’ stato un viaggio complesso, ma pieno di opportunità. Ripeto, sono stato una guida, un personal shopper, uno psicologo, un sessuologo e a volte un portinaio. Lontano da casa i caratteri delle persone si alterano, l’ho provato sulla mia pelle. Gli italiani che vivono qui hanno quella leggera malinconia negli occhi che ti commuove, il giapponese medio invece sembra non averne. E fin qui ci sta. È il viaggio, che nei più banali aforismi ti cambia.
Io e il mio amico Marco dopo questa vacanza non ci siamo più parlati. 
L’ho perso. Un giorno a Shibuya è scomparso. Mi ha abbandonato in un negozio ed è fuggito via. Così, senza una ragione.
Ed è vero che le persone te le devi scegliere quando vai in vacanza, perché pensi sempre di conoscerle e invece di punto in bianco si rivelano.
Ora non sto qui a raccontarvi discussioni e recriminazioni. Ma mentre cercavo Marco in giro per Tokyo pensavo alla fortuna. Alle lezioni che mi ha dato questo paese. Chiamatele lezioni di vita, bastonate del destino. 
E la fortuna, dicevo, è di avere intorno a me una rete gigantesca, pescosa e fitta. Posso attingere e trovare qualsiasi risposta. Marco l’ho immaginato da solo, ero preoccupato e arrabbiato.  
Poi mi è venuto in mente un testo del filosofo Omar Montecchiani, che parla sulla differenza tra giustificarsi e dare spiegazioni. Me l’aveva consigliato un’amica.

C'è una netta differenza tra giustificarsi e dare spiegazioni. Quando ti giustifichi, sei già scivolato su un piano difensivo. Sei tornato ad essere, per un momento, quel bambino che viene beccato dalla mamma con le mani nella marmellata e con gli occhi sgranati la implora di non punirlo. Quando l'altro ti chiede spiegazioni accusandoti di qualcosa, insinuando eccetera eccetera, anche sei hai quarant'anni, cominci a tremare di paura, il cuore ti batte a mille nel petto, e lo stomaco ti si stringe in una morsa dolorosa.
Anche se sei grande, sei piccolo.
La testa si riempie di sensi di colpa e il terrore di perdere qualcosa, come l'amore dell'altro, ad esempio, ti fa precipitare d'improvviso nel ruolo di vittima.
Quando sei una vittima, nessuno infatti può infierire.
Ma in realtà, ti accorgerai facilmente di una cosa.
Se cominci a giustificarti perché sei uscito con gli amici, perché avevi voglia di prendere una boccata d'aria o di rimanere solo, accampando scuse come "Mi spiace tanto, non volevo ferirti", "Ti prego, ascoltami non l'ho fatto apposta...", stai dicendo all'altro che ha ragione nell'attaccarti.
E l'altro ti aggredirà ancora più forte, proprio perché tu ti giustifichi come se avessi torto.
Quando dai spiegazioni, invece, tu sei nel tuo io adulto.
Sei centrato, fermo, assertivo.
Vivi uno stato di sicurezza interna che nessuno può scalfire.
Il tuo cuore e la tua mente, sono blindati a prova di proiettile.
L'altro può andare su tutte le furie e scalpitare perché non lo hai chiamato, perché avresti dovuto portarla fuori a cena, fargli un regalo, avvertirlo che…e invece, semplicemente, non ne avevi voglia, oppure ti sei dimenticato.
Non lo hai fatto apposta: è così e basta.
E non devi giustificarti perché hai dimenticato qualcosa, o perché non sei stato all'altezza delle aspettative dell'altro.
Stai dando spiegazioni su quello che hai fatto, o non hai fatto, a partire da quello che sentivi, volevi fare o non volevi fare.
Punto.
Nel dirlo, la tua voce è ferma, il tuo cuore batte calmo e regolare, il tuo stomaco è tranquillo e le tue spalle sono rilassate.
Il tuo sguardo, è fisso su un punto come se guardassi un panorama immenso dopo aver scalato una montagna.
L'altro può accettare o meno tutto questo.
Ma di sicuro, se rimarrai saldo dentro di te nel tuo io adulto, o riuscirai a proteggere il tuo io bambino prima che ti faccia scivolare in un turbine di emozioni incontrollabili, sarai saldo come una roccia.
Immobile come un albero.
Chi si giustifica si prostituisce, e quindi può essere comprato e usato dall'altro tanto più cadrà in uno stato di auto svalutazione, di preghiera, di dipendenza.
Chi spiega, invece, informa, chiarisce, attesta che.
Non si muove dal suo centro.
Mette confini stabili tra sé e l'altro, perché sa di potersi proteggere da solo.
Sa che può reggersi e camminare con le proprie gambe, ovunque vuole e in qualunque condizione.
Diventa il tuo punto fermo, respira, ancorati a te.
E non avrai più paura di perdere nessuno, perché avrai conquistato te stesso.
(O.M.)

Ho imparato la lezione. Me l’ha insegnato il Giappone, ma anche un amico.

Vi lascio con un’ultima foto, iconica, perché chi ha un occhio sensibile l’avrà già vista in rete. E non è un bello spettacolo vederla del vivo.

homeless louis vuitton

Al prossimo viaggio.

Tvb