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GAIJINASS (Sei in arresto!)

Tokyo is the rabbit hole.
Così scriveva Eric alias Gaijinass più di 10 anni fa sul suo blog, che a tradurlo sarebbe la tana del coniglio, ma viene usato anche per riferirsi a una situazione o a un ambiente bizzarro, confuso o privo di senso, dove è difficile districarsi.

Eric era fuori dal comune. Aveva una famiglia a Tokyo, inseguiva gli Yakuza in mezzo alla strada e parlava di argomenti scomodi. Prostituzione, minoranze e cose grottesche. Le sue avventure nell'ufficio immigrazione erano telenovelas scritte con affilato sarcasmo. 

L’ultimo post, in data 13 Maggio 2017, parlava di libri. Consigliava Alex Kerr, uno dei più grandi “japanologist” viventi. (In Italia potete leggere La bellezza del Giappone segreto e Living in Japan)

Poi più niente.

Il suo amico Yosomono ha lasciato due righe commoventi su Gaijinass per avvertire i lettori della scomparsa di Eric, ma il suo più grande gesto è stato quello di aiutare la famiglia con le spese del funerale grazie a un crowfunding.
Abbiamo risposto tutti.
Eric aveva creato una comunità vera, lontana dalle regole social e dagli algoritmi. Non scriveva di melonpan e templi, non era “giappocentrico" e non pretendeva di essere seguito. I suoi podcast, quando ancora non andavano di moda, ti portavano in luoghi oscuri, ma ti sentivi comunque al sicuro perché c’era lui a tenerti per mano.
Gaijinass manca. E nessuno gli assomiglia.

Giappone uniforme

In Giappone Eric è stato arrestato due volte: una per problemi legati al Visto l’altra ahimè per aggressione.
Per lui il Sol levante è un paese tranquillo, economicamente potente e con una discreta quantità di ideali e cultura “occidentali”, ma si differenzia da tutto il resto del mondo per il suo sistema giudiziario, che è unicamente “giapponese”.

Sei colpevole fino a prova contraria, che già a leggerlo sembra qualcosa di medievale.
La cieca fiducia nelle istituzioni, l’assenza di microcriminalità in un sistema che non ammette errori e che fa funzionare tutto manipola la convinzione che possa esistere un “non colpevole”.
Quindi se ti arrestano perché (forse) hai rubato: sei un ladro!
Difficile convincere che magari ti hanno infilato la refurtiva nello zaino a tua insaputa. Può accadere. Ma la cultura giapponese non ammette questo genere di reato, perché è vero, lì sono tutti onesti e se perdi qualcosa per strada lo ritrovi e nessun commesso ti starà attaccato al sedere per paura che tu possa svuotare il negozio.
Alla fine se ti arrestano è perché hai fatto qualcosa di illegale.

Se dichiari di essere innocente, perché veramente ti sei trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato e quei bulletti ti avevano preso di mira infilandoti nello zainetto dei Pokemon merce pari al costo di 700000 Yen mentre eri intento a guardare altrove, è possibile che riceverai un trattamento più severo durante l’interrogatorio e la sentenza.

Per i tribunali giapponesi la confessione è la regina di tutte le prove, ma soprattutto un segno di rimorso e per il giudice un indicatore che l’imputato potrà riabilitarsi e tornare a vivere in società senza combinare altri disastri.

Spesso gli stranieri chiedono di vedere qualcuno della propria ambasciata. (Eric consiglia anche di non firmare nulla e fare finta di non conoscere il giapponese)
Già, perché durante gli interrogatori preventivi con la polizia hai veramente pochissimi diritti. Non puoi vedere un avvocato e rischi di essere trattenuto fino a 23 giorni senza essere accusato di nessun reato.

E vai a sapere come sono i pasti.
Ma Eric ci ha deliziato con il suo menù: riso e uova sode rigorosamente freddi.


Godzilla

I primi interrogatori potrebbero essere abbastanza aggressivi e durare parecchie ore. E vaglielo a spiegare che non volevi rubare quel maledetto oggetto del valore al cambio di 5411,52 Euro, ma che erano stati quei ragazzini picchiatelli convinti da una challenge che avevano visto su Tik Tok.
Qualsiasi cosa ti offrano in cambio di una firma su un foglio non accettarla, perché quella dichiarazione potrebbe essere un documento che si avvicina all’ammissione di colpa e che il pubblico ministero può usare per rilasciare l'autorizzazione alla detenzione.
Nella fase iniziale dell’interrogatorio verrai portato in stanze anguste e senza telecamere, dove rischi di essere malmenato, ma senza che sul tuo corpo rimanga un segno.
Eric racconta di essere stato preso per il colletto e che tutti gli urlavano nell’orecchio. Un’ottima tecnica d’urto per spaventarti e farti pisciare sotto, ma non è qui che finirai i tuoi giorni.
Lo sai che in Giappone c’è la pena di morte?
Quando i poliziotti si saranno stufati di te, arriveranno due detective, uno simpatico e uno cattivo: tipo Conan e Zenigata.
E se tu farai il loro gioco e parlerai ti verrano dati dei bonus: un caffè, una stanza più grande dove confessare e dell’acqua. Forse meglio chiamare l’interprete. Anzi meglio la mamma!
Chi cavolo me l’ha fatto fare di andare in quel negozio, io volevo solo guardare la commessa, perché mi ero innamorato, ma niente…non dire neanche questo sennò ci sarà l’aggravante per stalking.
In Giappone raramente viene concessa la cauzione, poi se sei straniero piuttosto preferiscono farsi esplodere che riconoscerti questo diritto. Quando arriva l’avvocato?
Ecco, questo è un altro problema. L’istituto giuridico giapponese è ancora dominato dagli uomini a cui non piacciono le avvocatesse. Pure con la misoginia dobbiamo combattere. Quindi non scegliere avvocati che si chiamano Kyoko, Aya o Mariko.
Ma l’Ambasciata?
State freschi. Non potrà fare molto, al massimo avvertire i parenti delle marachelle che hai combinato, farti visita per controllare che non ti abbiamo picchiato, portarti dei libri o darti consulenza legale, ma ricorda sei sotto la custodia di un governo straniero che ha diritti sovrani e leggi proprie.
Poi dipende a quale stato appartieni. Se sei americano chiudono un occhio, ma se sei nato a Dacca o nelle Filippine cercheranno scuse per non aprire le porte tipo: “non troviamo le chiavi della cella” o “adesso è al bagno passate domani”.
Chi troverai in prigione?
Se sei fortunato altre persone con cui passerai le giornate in piedi o seduto, perché non potrai mai sdraiarti. Ti è concessa la lettura. Nel penitenziario c’è una piccola biblioteca dove trovare libri lasciati da ex galeotti con scritti a piè pagina appunti su come suicidarsi.

Secondo una ricerca i detenuti stranieri in Giappone perdono mediamente dai 5 ai 15 kg in sei settimane, roba che Tisanoreica ruberebbe il brevetto.
I giapponesi amano le regole e anche gli istituti penitenziari non sono da meno. Qui vige il controllo e la cooperazione. 
Il bagno si fa ogni 5 giorni, in stile giapponese, con una guardia che ti fissa mentre ti lavi anche le chiappe.
Se hai qualcuno che ti viene a trovare e non parli giapponese devi pagarti un interprete che traduca alla polizia i tuoi piani di fuga.
Ogni tanto capita che in Giappone, invece di finire arrestato, la pena si trasformi in una sorta di multa. Se prendi a cazzotti un passante o rompi una vetrinetta con degli oggetti Kawaii perché eri ciuco perso puoi risarcire l’offeso senza passare dalla galera, ma non scordati la lettera formale di scuse, scritta a mano con il sangue.

pikapool

Eric aveva pubblicato sul suo blog un form per richiedere info da parte di persone che avevano parenti o amici incarcerati in Giappone.
Eric non era perfetto, ma sapeva raccontare bene un paese contraddittorio e affascinante. E poi allungava la mano a chi si perdeva. 

Gtvb

Cover: Luca Sampieri x GiapponeTVB
Foto: StudioA