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KESOBUMI (LA LETTERA D'AMORE)

Il nome dell'Omamori Kesobumi si può tradurre come "lettera d’amore".
Cos’è un Omamori? Un amuleto giapponese dedicato a divinità shintoiste o buddiste. È piccolo e tascabile e protegge da eventuali incidenti durante i viaggi, dai brutti voti a scuola e fa persino guadagnare palate di soldi.
Come funziona il Kesobumi?
Come tutti gli altri: basta metterlo nel portafoglio o in un cassetto e, promette il foglio illustrativo, aumenteranno sicuramente i panni in casa, il che significa più denaro, più shopping, più vestiti.
Oppure potrebbe far bussare alla porta il vero amore, anche così si moltiplicheranno i panni, ma questo vuol dire serate passate a stirare davanti alla tv.
Kesobumi aiuta anche nel business. Ottimo per chi ha un Bed & Breakfast o un piccolo negozio.

KESOBUMI Omamori
Questo amuleto era molto ricercato nel periodo Edo, soprattutto dalle fanciulle che speravano così di trovare un marito decente, non di quelli che passavano metà della giornata con i samurai a spararsi le pose.
Kesobumi lo si può trovare al Santuario Suga di Kyoto dedicato a Susano-o no mikoto 須 佐 之 男 神 Dio del mare e delle tempeste e a sua moglie Kushinadahime, per gli amici Inada.
Questo tempio ha una storia romantica, fatta di seduzione e occhi a forma di cuore.

Narra la leggenda che durante Setsubun, la festa del cambio di stagione dove la gente si tira i fagioli - che io dico coi bambini che muoiono di fame non potete usarli per cucinare la feijoada - due mercanti girassero per il tempio vendendo “lettere d’amore”.
Si riconoscevano perché indossavano un cappello nero, pantaloni rossi, una vestaglia gialla, ma soprattutto nascondevano il loro viso dietro un fazzoletto bianco. In mano tenevano un ramo di susino, simbolo di modestia, ma anche di resistenza a qualsiasi avversità.
Pare che dietro al fazzoletto ci fossero due aristocratici, che privati di alcuni diritti per colpa di quel cattivone di Ieyasu Tokugawa, dovevano arrangiarsi con qualche lavoretto part- time. Un’attività che è diventata un rito. Ancora oggi se passate al tempio il 2 e il 3 Febbraio potete incontrare una misteriosa coppia che vi proporrà le sue lettere d’amore.
Che poi non ho capito, sono lettere d'amore scritte da uno uscito da uno spot della Coloreria o sono feticci magici per incontrare l’anima gemella?
Sapete che c'è? Ve la scrivo io la lettera d'amore. Fatemi solo sapere se funziona.

Omamori_KESOBUMI

Costa 3000 Yen dormire con lei.
Puoi tenerla al tuo fianco e sentirla respirare. E’ vera.
Poi se la guardi negli occhi il prezzo sale a 4000, se appoggi la testa sulle sue gambe devi avere un portafoglio gonfio: sono 1000 Yen ogni tre minuti.
Quanto costa dormire con una sconosciuta in Giappone.
Soineya: si chiama così il locale dove affitti ragazze per tenerle solo sul letto. Non sono prostitute, piuttosto miraggi della solitudine. È durato poco questo business.
Potrei andarci stasera, obbligare la giovane Yumi a mettere il tuo profumo di Prada e far finta che sia tu.
Non mi funziona neanche il cellulare, avrei voluto chiamarti e dirti “Sono qui davanti a un ristorante koreano, prenoto per due? Ce la fai a raggiungermi?”
Harajuku rimane la roccaforte delle lolite. Alcune possono ancora permettersi di vestirsi da Baby The Star Shine Bright. Le guardo sedute in un bar, quando ridono si coprono la bocca, mangiano caramelle fluorescenti e il loro trucco nasconde ogni minimo difetto. Non provano tristezza, sono waterproof.

Pikachu

Anche dall’altra parte dell’oceano ho scoperto che qui ci sono tracce di te.
Ti vedo imprigionata dentro un Ufo Catcher, dietro una vetrina di un negozio di giocattoli, sei appesa a una gruccia in un temporary shop nel centro commerciale Lumine Est, dormi all’ultimo piano del Palazzo del Governo di Tokyo.
Come puoi vedere il Giappone ti ricorda.
Cammino svelto, tanto non mi vede nessuno. Solo gli stranieri fanno caso a me.
Sono nel periodo più bello.
La poesia dei Sakura dura pochi giorni. Ho cercato di comprenderla.

C’è un cartone animato che racconta la storia di due persone che non si dimenticano nonostante la distanza, s’intitola Cinque centimetri al secondo, ovvero la velocità con cui i petali di ciliegio cadono al suolo.
Se mi fosse concesso solo quel tempo per rivederti, cosa potrei dirti?
Sceglierei furbamente l’albero più grande, perché so che inizierei a balbettare. Porterei un ombrello, perché i petali non si fanno sentire quando si appoggiano sulla testa e ti sembrerei un po’ ridicolo
Poi il rosa non mi piace.
Ho provato a tenerli in mano, ma sono così delicati e leggeri. Perdono subito la loro intensità, si arricciano su se stessi e scompaiono.

Sakura

Assomigliano agli Yukimushi. Conosci gli Yukimushi?
Sono insetti bellissimi. Assomigliano a dei fiocchi di neve. Vivono al Nord e con il contatto del calore umano rischiano di morire. Si lasciano trasportare dal vento e il loro ondeggiare assomiglia a un petalo, che assomiglia alla neve, che assomiglia a un ricordo. Cadono senza lasciare traccia.
Qui tutto è così. Nessuno marca il territorio. Manco i cani pisciano.
Milioni di persone attraversano una strada, ma è come se non ci passasse nessuno. Si annullano. Sono bravissimi a scansarsi. Non si sfiorano neanche.
Prendersi per mano è un gesto quasi rivoluzionario. Baciarsi poi.
Qual è allora il nesso? Tra la solitudine e i Sakura? Tra un insetto e l’amore? Perché i giapponesi dovrebbero meritarsi tanta bellezza?
Ci dividono 10.000 chilometri. Amare da lontano è qualcosa di profondo e lacerante.
Ogni giorno devi inventarti una storia, un copione, delle battute.
Potrei aggiungerti con Photoshop a tutte le foto che ho fatto. Ne ho quasi duemila.
C’è un gatto che si mette in posa davanti a me. Non scappa. Forse le anime dei giapponesi sono state rapite da loro. Ecco perché li venerano come se fossero degli dei.
Nelle librerie esistono decine di pubblicazioni sulla vita dei gatti. Come se fosse interessante sapere che il micio della Signora Watanabe ha fatto la cacca e mangiato un topo il giorno della festa dei bambini.
Come stanno i tuoi gatti? Hai mai pensato di farli parlare? Cosa direbbero di noi?
Non credo lo sopporterei. Già non tollero la gente che giudica, figurati un animale.
Sai che qui esistono negozi al 47° piano? Non puoi scappare dal consumismo.
Non ti fanno godere neanche un panorama.
Esisterà un luogo dove non c’è nulla? Dove non sono trasparente? Dove mi possono vedere?
I rumori hanno qualcosa di nostalgico. Le parole si sovrappongono, sono incomprensibili. Il gracchiare dei corvi però non fa paura, le cicale cantano al tramonto, il suono del passaggio a livello avverte che altre migliaia di persone stanno transitando vicino a te.

Tokyo Station

Fa niente se non scenderai, io ti aspetterò comunque. Dall’altra parte del ponte. Correremo sulle scale, magari il tuo menisco cederà sul quinto scalino, ma sforzati in quel momento, fai un altro passo e la mia mano sarà lì.
I Sakura non hanno tempo e io non voglio assomigliare a loro. Ecco perché resisto. Alla pioggia, al vento, a quei kanji che non comprendo. Non mi ricordo neanche più come si dice in giapponese “Quanto costa?” che sarà differente da “Quanto mi costa?”
Le stagioni insegnano a cambiare, ma qui lo fanno solo con i nomi dei piatti.
Hanno così paura di essere fraintesi, interrogati e processati.
Ciò che trascuri diventa di qualcun altro. Ma questa regola non vale in Oriente.
Qui mentono al dolore, si vestono di bugie e combattono la solitudine a colpi di applicazioni per il cellulare. Qual è il prezzo che hanno pagato perché tutto all’apparenza funzioni?
Poi ogni tanto qualcuno fa capolino dall’angolo del suo schema mentale e dice “Hai bisogno?”.
E’ per questo che mi piace questo paese. Perché sai che prima o poi arriva quell’attimo di emozione. E penso sempre che sono stato io a chiamarla. Presuntuoso.
Tu sei arrivata così nella mia vita. Non è stata colpa dell’Estate. E’ stata colpa nostra. Ci siamo scelti ogni giorno. Io la penso così. Che la fortuna ci ha baciato sulla bocca e ora ci prende a calci in culo, perché facciamo resistenza.
I luoghi sacri sono solo un’altra pagina da aggiungere alla guida turistica, niente di più.
Come lo traducete in giapponese “Voglio dormire con te”?
Mi hanno guardato malissimo, perché è una cosa sessuale. Non c’è niente di romantico.

Tokyo Nishi Shinjuku
Il tempio vende desideri per qualche centinaia di Yen. Li chiamano Ema (絵馬) e hanno la forma di una tavoletta di legno. Sei libero di scriverci quello che vuoi. Poi sarà il Kami a leggerlo. Ogni cosa ha uno spirito.
Ho chiesto al vento di venirti a bussare alla finestra, magari di aiutarti a ripulire il terrazzino che è sempre così in disordine.
Ho preteso che il vapore condensasse sul tuo specchio, dovrebbe rivelare la parola che avevo scritto con il dito.

Domanderò alla sabbia di rallentare il tempo per farti riuscire a prendere le palline da tennis sotto rete.
Io non ho desiderato niente, solo dormire con te.

Gtvb