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LA BIZZARRA LEGGENDA DEL MANEKI NEKO

Il Maneki Neko è un gatto in ceramica che spesso si vede nei ristoranti giapponesi o cinesi. Ha un collarino rosso intorno al collo, un campanellino ed è appoggiato su una moneta. È simbolo di fortuna e ricchezza. Come ha fatto un tenero gattino kawaii a diventare l’emblema dell’avidità del capitalismo orientale?

Il famoso gatto con la zampina alzata è nato in Giappone, quindi possiamo dirlo con sicurezza: “Non è una cinesata”.
La sua origine si perde nelle sabbie della lettiera del tempo, ma una cosa è certa: in ogni locale o casa giapponese non manca un felino di porcellana. Almeno in quelle che ho visto io.
La più classica delle leggende racconta di un gattino “annaffiato” e malconcio che venne soccorso dal proprietario di una locanda che non aveva molto successo. Dopo essersi rimesso in sesto e sicuramente aver mangiato tutti i topi della cucina, il gatto rimase fuori dal locale facendo segno con la zampina ai viandanti di fermarsi a mangiare.
Da randagio a Gatto-sandwich, con tanto di contratto part time + vitto e alloggio.

 Cafe_Nekoemon_Tokyo

Al tempio Gotoku-ji di Tokyo invece dicono che un nobile di bell’aspetto, tornando da una visita a una falconeria incrociò un gatto lì davanti.
Ora, come facessero a sapere che era stato a vedere gufi e falchi non si sa, sta di fatto che il micetto agitava la zampina verso il riccone amante degli uccelli che si era rifugiato sotto un albero per via di un acquazzone in arrivo.
Mr. Rich ascoltò il dolce felino e lo seguì sotto la tettoia del tempio. Un fulmine squarciò il cielo e colpì l’albero. Il signore rimase di ghiaccio, se non fosse stato per quell’animale sarebbe diventato come un pollo in un girarrosto.
Decise così fare una donazione in onore del suo salvatore e fece ingrandire il tempio a suon di bigliettoni. Da ornitologo spendaccione divenne un catlover con gli occhi a cuore.

Cafe_Nekoemon_Yanaka

Sempre a Tokyo, al tempio Shintoista Imado, dove si prega per trovare uno straccio di fidanzato decente, hanno un’altra versione.
Un’anziana gattara cercava di arrivare a fine giornata, ma spesso non riusciva a sfamare né lei né i suoi gattini. Una notte sognò un enorme micione che le insegnò a modellare con la creta i famosi Maneki Neko, in più le suggerì, con un’operazione di marketing straordinaria, di venderli al mercato. Questa idea creativa riscosse molto successo e la donna riuscì finalmente a riempire il suo stomaco e le ciotole dei suo adorati animaletti scheletrici.
Poi sicuramente la cacciarono, perché le zitelle preferivano pregare per sposarsi e non per rendere felici voraci colonie feline.

 Cafe_Nekoemon_Yanaka

Un'altra versione racconta che al tempio Gotoku-Ji al posto dell'agiato benefattore, ci fosse il samurai Li Naotaka che, insieme ai suoi compari, stava cercando di fuggire da un attacco nemico. Il gatto meteorologo, sempre con la solita zampina, attirò il clan di guerrieri dentro il tempio e li salvò tutti.

Al contrario, i più informati sostengono che il famoso gatto di porcellana fu visto per la prima volta in un bordello.
Una notte la prostituta Usugumo continuava a scalciare il suo adorato pet perchè, come un ossesso, non smetteva di tirarle il suo prezioso kimono. Stanca di avere le gambe graffiate chiamò il tenutario che, invece di agitare la scatola dei croccantini, tagliò di netto la testa del povero animaletto che finì sul soffitto e uccise un serpente nascosto chissà dove.
La povera Usugumo pianse per giorni, il suo fidato amico voleva solo salvarle la vita, mentre quel cornuto del suo capo pensava fosse indemoniato. Un cliente vedendola così affranta costruì per lei una statuetta a forma di gatto e gliela fece trovare sul comodino. Ovviamente non era gratis, ma preferì il pagamento in natura. :-P

Cafe_Nekoemon_Yanaka
La rielaborazione antropologica di questa storia è meno teatrale di quella raccontata da quella mitomane di Usugumo. Nel periodo Edo all’ingresso delle case di piacere c’erano “peni di ceramica” grandi come pannocchie appoggiati sullo “scaffale della fortuna”. Servivano come buon auspicio e per attirare ricchezza.
Dopo la Restaurazione Meiji, i giapponesi iniziarono a far scomparire oggetti che alludevano troppo al sesso e poi diciamocelo non è molto bello vedere alla cassa un fallo gigante che ti guarda con fare lussurioso.
Con il tempo i pistolini vennero sostituiti dai gattini, almeno questo notarono gli studiosi dell’epoca, che inseguiti dalle mogli con il mattarello si giustificavano urlando: “Guarda che ero lì solo per prendere appunti per la tesi”

Il Maneki Neko è ispirato al gatto Bobtail, quello senza coda.
Secondo la credenza la zampetta sinistra alzata porta più clienti, mentre quella destra porta ricchezza e fortuna.
Il classico da souvenir è bianco con delle macchie marroni e nere. Ma con gli anni si è radicato talmente tanto nella cultura popolare che ormai potete trovarlo in tutte le varianti della tabella Pantone: dall’opulente dorato dei ristoranti al niveo candido dei baretti del quartiere Yanaka di Tokyo fino a quelli neri, che servono per scongiurare il male e tenere in salute i bambini.
Il suo simbolismo ormai va oltre la fortuna. Ecco perché il
Maneki Neko è usato per qualsiasi cosa: per trovare l’amore, passare un esame universitario, allontanare gli stalker o semplicemente come decoro su una mensola vuota.
Io ne ho uno giallo ittero. È sempre lì che mi sorride. O forse è una smorfia per i suoi problemi di fegato. :-P

maneki neko


Gtvb

Le foto sono state scattate al Cafe Nekoemon a Yanaka - Tokyo.
Un locale dove dipingere gatti e sorseggiare the in santa pace.