, , ,

LA MALEDIZIONE DI YOTSUYA

Oggi è una giornata evento perché tutti i protagonisti di questo viaggio saranno riuniti sotto lo stesso tetto.
Io e la Piera abbiamo deciso di organizzare un incontro romantico fra Yasu e Vicky, usando Mia san come testimone dell’accaduto.
Perché ci è venuto in mente? Avevamo tempo da perdere e poi ci piace ficcare il naso in cose che non ci riguardano.
Buona lettura.

Drin Drin

“Ciao sono Aya come brodo di pollo”
“Chi?”
“Mia san!!”
“Lo sai che ti riconosco solo con il nome d’arte, anche se brodo di pollo non è male. Posso chiamarti così?”
“Tu cattivo”
“Dove ci troviamo oggi?”
“Alla pizzeria di G.”
“Dove si trova?”
“Allora devi prendere linea gialla, poi scendere a fermata Akasaka mitsuke, poi cambiare linea Marunouchi e andare verso Shinjuku, ma tu non scendere a Shinjuku, scendi prima e trovi fermata che è anche su linea verde azzurrina Namboku line e andare…”

Click!

“Gabry, ma le hai appeso?”
“No! È cascata la linea” :-P
“E adesso?”
“Ho già controllato su internet, basta prendere la linea verde azzurrina, scendere alla fermata Yotsuya, fare una giravolta, farla un’altra volta, piangere e vedrai che qualcuno arriverà a salvarci”

Non vi sto qui a tediare su come arrivare in una pizzeria italiana, tanto Tokyo è piena di pizzerie.
Se proprio vi manca il sapore della Margherita andate da Peppe Napoli Sta’Ca, atmosfera famigliare e simpatia saranno servite insieme ad un'ottima pizza fumante.
Noi ahimè siamo finiti da G.
È un nome finto, capirete poi il perché.

“Gabry ricordati che dobbiamo portare la valigia a Yasu. Non possiamo imbarcare 50 kg di calze e 398 paia di scarpe”
“Che gentile. Vuole portarci un po’ di robe in Italia prima della nostra partenza”
“Forse non hai capito. Solo io posso usufruire di questo servizio. Dove li metto i miei Mini Pony? Poverelli, li ho salvati da quel negoziante che li aveva abbandonati in una cesta polverosa senza cibo e acqua”
“Hai ancora la sindrome di Akihabara?”
“Taci e porta la valigia!”

Appuntamento alla stazione di Yotsuya alle 13.
Appena arrivati ci siamo guardati come se fossimo a uno speed date.
Dopo i soliti convenevoli (ovvero solo un misero inchino) ci siamo diretti subito in pizzeria, senza però sapere dove fosse.
Sembravamo dei terroristi.
Distanziati di due metri l’uno dall’altro camminavamo guardandoci intorno senza proferire parola.
Erano tutti concentrati su come interpretare la mappa scaricata dal sito del ristorante, ma la verità è che nessuno voleva aiutarmi con la valigia.
Poteva essere piena di tritolo, ma invece conteneva cavalli rosa, intimo femminile di dubbia qualità, gattini di ceramica, yukata in poliestere, scarpe made in Cina e giocattoli non conformi alle normative europee sulla sicurezza.

“Yasu tu conosci pizzeria?”
“Io non so, né”
“Sai se mi mangia bene?”
“Io non so, né”
“Volevo ringraziarti. Toglierci questo peso ci permetterà di non pagare multe all’aeroporto”
“Io non so, né”
“Ti sei incantato?”
“Io scherza né… Com’è andata Onsen?”
“Bene, c’erano un po’ di anziani però bene.”
“Tu - vergognamente?’”
“No - svenutamente

QUI potete leggere le avventure alle terme giapponesi.

Mentre cercavo di far capire a Yasu i miei problemi di pressione, Piera era in balia di Vicky e dei suoi problemi di cuore. (QUI il nostro primo incontro con lei)

Yotsuya è famosa per il tempio Sainen-ji che ospita la tomba del mitico samurai Hattori Hanzō, detto il diavolo, viene citata nel romanzo di Norwegian Wood di Haruki Murakami e nel periodo Edo (1603-1868) era piena di bordelli.
Yotsuya è famosa fra i nerd per la scena finale del cartone animato “Your name”, dove i due protagonisti si rincontrano privi di memoria.
Nel tempio
Benzaiten c’è un piccolo laghetto infestato dai Kappa. Narra la leggenda che questi mostri del folclore giapponese derubassero i libidinosi mariti che bighellonavano nel vicino quartiere a luci rosse.
Dicono che nelle strade di Yotsuya si aggiri il fantasma di Oiwa, moglie tradita e sfigurata in volto. Il suo spirito vaga in cerca di vendetta, ha l’occhio sinistro che penzola e i suoi capelli sono radi come quelli dello zio Tibia.
Diciamo che non è bel luogo per un appuntamento romantico.

Yotsuya_horror_story

Il ristorante di G. è la classica trattoria che puoi trovare all’estero con appese alle pareti le peggio cose che ti ricordano l’Italia: i poster della Ferrari, le foto di Sofia Loren e Totò e immagini random di un bel paese che non esiste più.
In bella vista i prodotti d’eccellenza: la pasta Barilla, vino, olio e conserve.
Ma eccolo arrivare il Signor G. omone gigantesco dall’aria gentile.

“Buongiorno mi chiamo Gabriele, lei è la mia amica Piera che soffre di accumulo compulsivo, siamo di Milano”

Non mi ha degnato di uno sguardo. I suoi occhi erano fissi…non ci credo, lo sta facendo veramente.
Dicevo i suoi occhi erano fissi sul decolté generoso della mia amica.

“Da dove vieni bella ragazza?”

Ma te l’ho appena detto Signor G!

Il menù è a prezzo fisso: Pizza o pasta, caffè e Coca Cola. Prima di mangiare devi pagare, che non mi sembra una bel biglietto da visita, ma si vede che qua si usa così.

“Cosa ti porto da mangiare bella ragazza?”
“Guardi io non mi offendo se mi da del lei, però all’anagrafe sono ancora un maschio”
“Stavo parlando con la tua amica…”

C’è già della velenosa ostilità.

Come quella che si era creata fra Tamiya Iemon, giovane ronin e suo suocero Yotsuya Samon, il padre di Oiwa.
I due si odiavano a morte. Samon voleva separare i due coniugi con tutte le sue forze.
Aveva un sacco di pensieri per la testa, una figlia faceva la prostituta e non voleva che l’altra vivesse con un samurai decaduto.
Fatto sta che a furia di litigare i due passarono alle mani e la rissa finì in tragedia. Samon morì.
La sorella di Oiwa si chiamava Osode, era una prostituta molto ricercata fra gli avventori di Yotsuya.
Nonostante il suo lavoro era sposata con il signor Yomoshichi, che sicuramente pensava più ai soldi che ai sentimenti della ragazza.
Naosuke era un cliente abituale dei bordelli del quartiere. Invaghito della bellezza di Osode, sperperava denaro in alcol e serate folli. Peccato fosse uno squattrinato.
Un giorno venne deriso dal tenutario del bordello e da Yomoschichi. “Sei un poveraccio, vai via sudicio animale”.
Ferito nell’orgoglio, soprattutto per aver fatto una figura di emme davanti alla sua amata, meditò vendetta.
Una notte per sbaglio uccise il suo ex maestro, scambiandolo per il marito di Osode. (si può essere più stupidi?)
Per uno strano caso del destino, Tamiya
Iemon e Naosuke si ritrovarono sotto la stessa luna. Le due sorelle meditavano vendetta per la morte del padre. Ma non conoscendo il colpevole, vagavano nell’ombra in cerca di risposte.

Visto che a questo pranzo d’amore non mi calcola nessuno, l’unica cosa che mi resta da fare è mangiare e parlare con Yasu.

“Com’è andata ad Osaka?”
“Me l’hai già chiesto l’altra volta non ti ricordi?”
“Io stavo guidando non ascoltavo”
“Ok. Comunque è andata bene, eravamo in una zona particolare
“Tu mangiato okonomiyaki né?”
“Sì, buono.”
“Tu mangiato takoyaki né?”
”Sì, buono.”
“Tu mangiato shabu shabu né?”
“Sì, buono.”
“Tu mangiato okonomiyaki né?”
“Te l’ho appena detto! Tu non mi ascolti né!?”

Fantasmi_giapponesi


La vita di Oiwa e Osode si riempie di inganni e menzogne.
La prostituta Osode cede alle lusinghe di Naosuke e promette di sposarlo, mentre a Oiwa tocca il bastoncino più corto.
Oume era una giovane ragazza, bella, ma molto fragile. Si era innamorata di Tamiya, ma davanti alla bellezza di Oiwa la sua autostima perse punti e non riuscì più a darsi pace. Ma in amore e guerra tutto è lecito.
Lo zio di Oume si prese carico di questo peso e cercò in tutti i modi di aiutare la nipote.
Spedì a Oiwa una crema per il viso, spacciandola come vero miracolo cosmetico, ma la crema era intrisa di un veleno che sciolse immediatamente l’epidermide della povera donna lasciandola sfigurata in volto.
Tamiya non credette ai suoi occhi. Sua moglie era diventata un mostro e invece di portarle soccorso cercò in tutti i modi di divorziare da lei. L’unico modo per ottenere una valida occasione per la separazione fu quella di farla violentare da un mercenario, tale Takuetsu.
Non è una bella storia quella di Oiwa, triste e senza un lieto fine.
Takuetsu non riuscì a portare a termine la sua missione, pieno di sensi di colpa raccontò a Oiwa la verità e soprattutto le mostrò ancora una volta il suo viso allo specchio.
Oiwa in preda alla rabbia prese una spada e urlò al cielo tutta la sua rabbia.
E così mentre cercava di correre da suo marito per ucciderlo venne bloccata da Takuetsu, Oiwa scivolò e accidentalmente si ferì alla gola con la punta della spada.
Mentre moriva dissanguata malediceva Tamiya.
Lo spettro di Oiwa ossessionò suo marito fino a farlo impazzire.


“Gabry chan Io posso aprire valigia né?”
“Certo che puoi aprirla, anzi ne approfitto ancora per ringraziarti Yasu”
“Cosa c’è dentro né”
“Tranquillo non c’è materiale porno.”
“Ah ah ah tu hentai, bamboline sporche né?”
“No, non sono un maniaco”
“E in questa tasca piccola di valigia cosa tieni né?”
“C’è la droga!!!!”

Silenzio.
I giapponesi non hanno il senso dell’umorismo.
Per un attimo Yasu ha iniziato a confabulare in giapponese stretto con Mia san.

“Lui chiede se è vero che tieni droga”
“Ma ci crede veramente?”
“Dice se ci sono cose sessuali”
“Ma no!”
“Chiede se sei sicuro”
“Posso pensarci?”

Ma non eravamo venuti qui per far conoscere Vicky e Yasu e farli innamorare aiutando così lo spettro di Oiwa a ritrovare la pace nel cuore?
Vicky invece di intrattenere romantici discorsi con il suo pretendente ci ha raccontato che sta seguendo come interprete il caso di un inglese che è stato arrestato nel negozio Don Quijote per aver rotto una vetrina.

“E l’hanno arrestato?”
“Sì, è dentro da dieci giorni.”
“Ma scusa non è troppo?’”
“Ma lui non ha chiesto scusa. Sì lo so, è strano.”

Il pranzo è finito con il signor G. che ha ringraziato personalmente la Piera per la sua presenza, con Vikcy e Yasu che non si sono guardati mai negli occhi e con me e Mia san che tenevamo a bada lo spirito di Oiwa.
Yotsuya è un bel posto per innamorarsi. :-P

GiapponeTVB