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LA VISIONE DI SHIBUYA DA VICINO

Vedere Shibuya per la prima volta è come entrare nel film "Paprika" di Satoshi Kon.
Un trip sensoriale.
Cartoni animati si mescolano a umani veri. Lo Shibuya crossing (l'incrocio più famoso del mondo) diventa un ponte dei desideri, un set fotografico o semplicemente una strada che mette in comunicazione la statua di Hachiko e il Q Front, lo schermo gigante che illumina il quartiere.Questa è la mia prima visione. Sono passati “solo” dieci anni!

 

 Mi sono addormentato alle 6 del mattino, con i corvi che gracchiavano e i gatti in calore che urlavano nel vero senso della parola.
Sono a Tokyo! Non ci credo. Anche se non ho ancora messo piede fuori dal quartiere.
La zona dove abitiamo io e la mia amica Piera è molto carina, siamo vicinissimi al parco di Yoyogi, dicono siano bellissimo, ma non l’abbiamo ancora visto.
Dicono ci sia un tempio, ma non l’abbiamo ancora visto, pare ci sia anche un palasport, ma non l’abbiamo visto!
Io e la Piera siamo così eccitati che continuiamo a rimanere in casa a scrivere, guardare la tv, parlare da soli e fare avanti e indietro dal supermercato! Due schizofrenici!
I supermercati sono bellissimi: ogni cosa da mangiare ha un disegnino sull'etichetta, dalla bottiglia di “Lemon juice” che sa di candeggina al sacchetto di patatine al sapore di scoglio della spiaggia di Yokohama, dai cioccolatini al gusto di fagioli dolci al detersivo da bere! E’ il packaging che conta, non la qualità. :-P
Ogni dolcetto ha un pandino, un koalino, un cretino che ti sorride e ti dice qualcosa!
Per strada, dove ci sono i lavori in corso, cartonati a forma di muratori s’ inchinano con la scritta: “Mi piego leggermente verso di te per dirti che ti stiamo mettendo a disagio, ma che tra poco termineremo la nostra gettata di cemento”.

Ecco noi da 24 ore facciamo questa strada: Casa - supermercato - cantiere.
La nostra glicemia è totalmente fuori controllo.

Una mia amica mi ha detto che Shibuya è molto vicino. Basta prendere la via principale fuori dalla stazione, camminare per 20 minuti e poi impressionarsi. Dice che devo andarci da solo la prima volta.

Ma a me che me ne frega! Ahahahahahahaha!

Io qui ho tutto, la scuola di lingue, il ristorante portoghese, il bagno pubblico, il Konbini (il supermercato aperto 24H), la panetteria francese, l'ambasciata Bulgara. Volete ancora altro? C'è il negozio di noleggio costumi e di bici. C'è una libreria bellissima, silenziosa e con una commessa graziosa che ti guarda come se fossi un animaletto bagnato. Secondo me perché ho una faccia così stanca, che mi avrà preso per un panda visto le occhiaie.

Vabbè facciamo i turisti.
Armati di santa pazienza, scarpe comode e zainetto puntiamo a nord. Solo 20 minuti mi ha scritto la mia amica. Ricordati di non guardarti mai indietro, perché Tokyo potrebbe trasformarsi da un secondo all'altro e perderesti la strada come Hansel e Gretel.
La mia amica Piera però non deve temere, io ho un senso dell'orientamento altissimo. Chiamatemi la mappa.

Eccola in lontananza Shibuya. La sento gridare.

Vederla è come perdere il fiato. E’ come essere un ciellino a San Pietro quando parla il Papa, solo che qui c’è Ken Shiro e Lamù!
Ti viene un buco allo stomaco e un disturbo al ritmo cardiaco, non capisci dove devi andare e rimani bloccato. Le ragazze sono tutte bionde. La mia amica Mia San mi ha detto che è di moda, dimenticate il nero corvino della geisha. Qui è la tinta di Jennifer Lopez che fa tendenza.

Ma rimaniamo a Shibuya.

 In questo quartiere si concentrano tutti i negozi per i giovani. Ci sono quelli di abiti usati, quelli per i rapper, per gli skater, per suore corrotte dalla moda, per i cicciottelli, per i cani, c'è persino quello per gli amanti del ping pong. Non c’è limite al peggio.
Si va dalla boutique di Miu Miu a quella di Uniqlo (l'H&M giapponese), da Muji, che tanto a buon mercato non è, a quella dei dvd con le ragazze “allegre”, che se siete intuitivi avete capito cosa fanno!
Ma no!! Non quelle cose!! Fanno video in costume alle Hawaii così l’uomo giapponese si eccita e spende soldi nel turismo. :-P

I ristoranti con i famosi cibi di plastica in vetrina sono fenomenali. Alcuni piatti però assomigliano a rigurgiti di neonati, forse perché il sole ha rovinato la plastica con il tempo.
I nomi dei ristoranti italiani pare siano oggetto di culto da parte dei nostri connazionali. C'è la corsa a chi trova l'errore.
Ecco quelli che ho scovato io:

 – Ristorante “Venire Venire”, che appena entri indovina cosa ti fanno i camerieri?

– Ristorante “Nero Foresta” per chi non l’ha mai vista depilata.

- il negozio "Buona giornata coppia" da evitare se siete single.

- Il negozio "Tre minuti di felicità" ovvero il tempo che serve per girarlo visto che non è un granchè.

 I menù recitano più o meno così “Ristorante l’Eccesso, con pasta arra Bologna e arra arrabbiata, spaghetti, vongolè pasta del giorno, carne del giorno, risotto del giorno” (e non ho fatto errori di battitura!).

 A Shibuya non fai in tempo ad innamorarti di qualcosa che appena giri l'angolo l'hai già dimenticata. Si diventa volubili. Le commesse sono di un'educazione quasi stucchevole. E' un susseguirsi di inchini e cantilene. I convenevoli li impari da loro.
E' tutto un “Konnichiwa arigatou gozaimasu irasshaimase”

 Scusate un attimo.

 “Piera, non si può toccare”
"Taci"
“Piera, non si può fotografare”
"Taci"
“Piera, non si può mangiare”
"Taci"

 Shibuya ti rende intrattabile.

La mia amica vorrebbe smontare tutte le vetrine e portarsele a casa. Non la biasimo, qui partirebbero i neuroni a chiunque, persino a mio cugino che si veste con le cose smesse del fratello perché dice che lui lo shopping lo schifa.

Shibuya ti cambia dentro. Un piccolo Alien cresce nel tuo sterno e ti rende schiavo della carta di credito.
La pipì è sempre in agguato e perché non farla in una sala giochi?
Che poi perché chiamarle sala giochi? Sono luoghi dove si attiva il 7° senso e inizi a generare campi magnetici.
I giochi sono surreali, dalle cabine dove fai la guerra in 3D al classico picchiaduro dove però puoi far male veramente a qualche tuo parente con l'uso della psicocinesi.
Il bagno in Giappone, si sa, è uno dei luoghi comuni, ma voi lo sapevate che attiva i 4 chakra?
Dai scherzo. E' che devi veramente aver raggiunto la buddità per capire tutti quei tastini. A volte mi chiedo se non lo facciano apposta per farti impazzire. Il gabinetto con cui ho litigato aveva più tasti di quello di un aereo 747.
Ho provato il bidet solo per voi e credetemi non funziona. Sembra che ci sia qualcuno che ti pisci sul sedere. E' perversione questa!

Dopo aver espletato tutti i liquidi e i solidi dal nostro corpo ci siamo fermato davanti agli Ufo Catcher, quelle macchinette ciuccia soldi con il braccio meccanico per prendere i pupazzi. Non abbiamo vinto niente!

Abbiamo anche provato l'ebrezza di uno Starbucks. Non so a voi, ma a me fa schifo. Il caffè sembra acqua ragia e il Frappuccino è una specie di maionese impazzita piena di zuccheri.

Ora abbiamo un ultimo obiettivo. Trovare una libreria.
La migliore? Quella all'ultimo piano del Q Front, c'è anche una sezione dedicata alle peggiori riviste giapponesi.

“Gabry che dici prendo il giornale delle gothic lolita? “
“No, prendi questo che ti dice come farti le unghie da pagliaccia con i diamanti e truccare barboncini effeminati”
“No, allora compro questo che t’ insegna a fare la toeletta ai gatti, pulirgli i denti e castrarli con la forza del pensiero”
“No, questo che parla delle vacanze alle Hawaii”.
“Ma no, questo di arredamento giapponese con tutte le case trallalà”.
“Vuoi mettere questo giornale che ti mostra le foto dei morti veri d’incidente o uccisi dai killer?”.
“Preferisco questo coi carta-modelli per farti gli abiti dei cartoni animati”.
“Guarda, c’è questo che parla di come costruirti le ciglia, mettertele, ritoglierle, strapparle e riattaccarle, ci sono anche in regalo dei peli”

Siamo usciti stracarichi come gli operatori ecologici il giorno del ritiro della carta.

La nostra fame l'abbiamo placata in un sushi trovato a caso, molto chic. Poi ci siamo persi, poi siamo finiti da Muji a spendere i nostri ultimi risparmi della giornata in muffin neri al sesamo, testicoli rosa alla fragola, cioccolatini e pankoala. Sì Avete letto bene Pankoala, non chiedetemi cosa siano, perché sono talmente stanco e in jet lag che ormai ingurgito di tutto, compro qualsiasi cosa e cammino come uno zombie.

Shibuya è la proiezione della nostra voglia irrefrenabile di non avere pensieri.
Tutta la felicità del mondo è concentrata qui.

Gtvb

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Me l'ha detto il webmaster di scrivere così! :-P