Ero guro è un fenomeno artistico e culturale nato nei primi del 900 in Giappone.
Moderno da subito, l’Ero Guro mischia l’erotismo con elementi grotteschi e a volte macabri.
Sesso e morte, nonsense e tetra perversione.
Figlio dei racconti del Konjaku monogatari scritto nel periodo Heian (794 – 1185) contaminato dalle stampe erotiche Shunga e dall’arte Ukiyo-e, questo filone bizzarro si spense prima della Seconda Guerra mondiale a causa delle repressioni sulle opere soft porno e sui romanzi polizieschi.
Gli anni ottanta videro una seconda ondata del filone Ero Guro, che ha messo radici ben salde, oltre che nell’arte, anche nel cinema e nella musica.
Shintaro Kago è l’ambasciatore moderno di questo genere. Classe 1969, nato a Tokyo. Prolifico e rapido come un coniglio assatanato, le sue opere sono frustate satiriche che non risparmiano nessuno.
Ragazzine suicide, gatti trucidati, mortificazioni corporali, scatologia e torture visive.
Non c’è scampo alla sua matita.
L’ultima vittima? Le Olimpiadi 2020 che vengono raffigurate come un’inerme fanciulla vittima della fiamma del tedoforo.
Gli uomini durante la Pandemia si trasformano in pessimi imitatori di scoiattoli e ingurgitano qualsiasi cosa per paura di rimanere isolati senza cibo. L’eterno letargo, il supplizio dell’immobilità, l’ansia di non trovare carta igienica e acqua.
Soffoca il genere umano nella mente di Shintaro.
E le Dea Kali maledice il giorno in cui venne raffigurata con otto braccia.
I saponi neutri lasciano posto ai disinfettanti, la pelle si screpola, le teste esplodono. Gli occhi si moltiplicano e i cervelli fuggono lasciando le scatole craniche vuote.
Minuzioso, descrittivo e incomprensibile.
Shintaro Kago lo ami e lo riconosci al primo tratto.
Questo è il suo immaginario pandemico, per il resto (e per gli stomaci forti) c'è il suo sanguinario Instagram.
In Giappone si sussurra che le Olimpiadi non si faranno. Speriamo non diano la colpa a Shintaro.
Gtvb
Illustrazioni Shintaro Kago ©