Bisogna ripartire ahimè, giusto il tempo di lasciare un pezzettino di cuore a Sukagawa e bere un caffè in lattina di fianco a una Vending Machine per strada. Mi ero così abituato a questo clima da backstage di film di mostri, ma purtroppo le cose belle finiscono. In Giappone però c’è sempre una sorpresa dietro l’angolo.
Mia san ha organizzato un super weekend alle terme e ha deciso di portarsi dietro tutti gli amici di Sukagawa.
Siamo in 11!!!! Divisi in tre auto.
A me è toccato andare con Kyoko e Mizuno che continuano a parlarmi a mitraglia spiegando nel minimo dettaglio qualsiasi cosa incrociamo.
“Questo è lago ghiacciato, vuoi vedere?”
“Sì”
“Questa è autostrada, vuoi vedere?”
“No!”
“Questo è Ōuchi-juku, piccolo paese, vuoi vedere?”
“Sì!”
Nel Tohoku nevica molto e Ōuchi-juku, piccolo borgo, talmente piccolo che lo giri in mezz’ora, è famoso per le sue case con i tetti spioventi che assomigliano a quelle di Shirakawa-go, città gemellata con Alberobello e sicuramente più famosa, forse perché ha una Proloco con più soldi.
Nel periodo Edo Ōuchi-juku era una città postale, qui si fermavano per riposarsi e sfamarsi i viaggiatori che andavano a Edo.
Il tempo sembra sospeso, tira un’aria fredda, ma nonostante il gelo i negozianti stanno sulla porta e incitano i passanti ad ammirare il loro artigianato locale.
La bellezza di questo posto è anche dentro i cestini delle offerte: non vuoi portarti a casa anche tu un gatto morto di peluche?
Perché il turista giapponese è attratto da questo paesello?
Per un motivo bizzarro: a Ōuchi-juku si mangia la soba con il porro, che viene usato solo come bacchetta.
Gli stranieri rimangono basiti, ma io la trovo una cosa divertente. Poi meglio non lamentarsi che è un attimo ritrovarsi una zucchina al posto del coltello e delle fave per girare il caffè.
Neanche il tempo di respirare l’ultima neve di Primavera che ci tocca ripartire.
“Vuoi vedere benzinaio?”
“No!”
“E invece sì, sennò come andiamo ad Aizu?”
Secondo me pensano che io sia arrivato dal 1950 con la Delorean di Ritorno al Futuro.
Passeremo il nostro lungo weekend ad Aizu-Wakamatsu, forse una delle città più belle che abbia mai visitato in Giappone.
Non siamo nemmeno passati dall’Hotel, che subito è iniziato il giro turistico.
Prima tappa: il Castello di Tsuruga, protagonista di una delle battaglie più famose del Giappone: la guerra di Boshin.
Kyoko, la nostra guida, esperta di poesia e storia medievale mi racconta le vicende di queste terre innevate.
Mia san traduce per noi.
“Ad Aizu c’era il mare, poi terra muove”
“Veramente?”
“Sì, ma tanto tempo fa”
“Tipo all’epoca dei dinosauri?”
“Molto prima, infatti adesso puoi comprare sale”
“Ho capito. Prima dei dinosauri hanno accumulato tanto sale perché c’era il mare”
“No! Ancora più indietro…non c’era…fu il mare”
“????”
Volevo sapere la storia di questa battaglia, non l’origine del mondo.
A rovinare l’atmosfera arriva Marco, che in astinenza da shopping compulsivo non sa più come placare la sua fame da spendaccione.
“Gabry ho rotto gli occhiali, dove posso comprarli?”
“Quando torniamo a Tokyo ti porto alla Vans, ne hanno di economici”
“Che bello c’è Avanzi anche qui!”
“????”
È diventato anche sordo.
All’interno del castello, restaurato a metà anni 60, c’è un grande museo che ripercorre la sanguinosa guerra fra il dominio di Aizu e quello imperiale.
Marco ha scaricato un’applicazione sul cellulare che traduce gli ideogrammi. Nel castello è severamente vietato anche toccare il telefonino, ovviamente lui cercava di decifrare, senza successo, pergamene ottocentesche con il suo Samsung tutto scheggiato.
Il simbolo di Aizu è Akabeko, una mucca rossa, che viene declinata in tutte le salse. La potete trovare mentre litiga con Hello Kitty, oppure a forma di salvadanaio, portachiavi, calamita, tazzina, bomba a mano e…niente i giapponesi ce l’hanno nel sangue questa cosa del merchandising.
“Mia san puoi spiegarmi la storia di questa guerra?”
“Ora no. Noi andiamo a Bukeyashiki”
“Cos’è?”
“È casa”
“Di chi?”
“Dei samurai”
“Mi sembra più grande di una casa”
“Villino?”
“Ne avevano di soldi”
“Allora villona!”
La residenza Bukeyashiki è una fedele riproduzione di quella originale, bruciata durante la guerra dei Boshin. (che nessuno vuole raccontarmi :-P)
Nelle stanze potete vedere manichini samurai intenti a studiare piani di guerra, bambini di cartapesta che giocano con madri snaturate che si sparano le pose.
Quando il clan di Aizu capitolò tutte le donne della residenza, piuttosto che finire in mano al nemico, decisero di uccidersi insieme ai bambini.
Questo evento viene riproposto in questa stanza:
Va bene essere fedeli alla storia, ma rattristare così il turista ignorante non è bello. E portateci una gioia.
Poi mi ha incuriosito questo carretto con la sabbia e mi sono fatto i film pensando ai bambini del periodo Edo che correvano felici, prima di essere uccisi dalle madri orgogliose, e giocare al piccolo muratore del Tohoku.
"Non è gioco. Lì facevano cacca e servo ritirava e poi buttava"
"Grazie per aver distrutto un sogno!"
Siamo in giro da otto ore, non ho ancora capito come è finita questa guerra e sto morendo di fame.
Quasi quasi mi uccido anche io come le madri di Aizu.
“Gabry io ti ho fatto sorpresa”
“Dimmi che hai del riso bollito in tasca. Sto morendo di fame”
“No! Io ho chiamato comune di Aizu e detto che venivo con giornalista famoso. Così ci hanno mandato una impiegata che vuole spiegarti tutta la storia della città”
“E chi sarebbe il giornalista famoso?”
“Tu!”
E adesso cosa faccio? Se dovesse chiedermi il tesserino?
Mariko è una giovane ragazza nata e cresciuta in questa valle. È molto bella, quando ride mette sempre la mano davanti alla bocca ed ogni tanto, quando sono distratto, fissa i miei baffi.
Non riesce a guardarmi negli occhi, preferisce riferire a Mia san, che traduce gentilmente tutto quello che dice.
“Dice che l’anno scorso la città ha vinto il premio per il Sakè più buono del mondo. Il Sake si chiama Aizu Homare. Chiede se vuoi assaggiare”
“Certo! Così a stomaco vuoto?”
“Lei ha portato da bere. Se vuoi possiamo comprare qualcosa da mangiare al supermercato”
“Ma cosa vuol dire Aizu Homare?”
“L’onore di Aizu”
E così ci siamo tutti ubriacati nel parcheggio della residenza Bukeyashiki e nessuno ha saputo raccontarmi della guerra di Boshin 戊辰.
Gtvb