Se ti dovessero beccare in Giappone bello fuori a parlare con un albero di Sakura e con le tasche piene di marijuana, ahimè sarebbe la fine.
Dopo mesi di carcere e torture psicologiche sul tuo passaporto verrebbe messo un timbro di Hello Kitty con scritto in rosa: ospite indesiderato.
Quindi caro amico tossico trovati un nuovo stupefacente che non sia nocivo per il corpo e per la fedina penale.
Ho giusto una proposta per te: i Maid café.
Locali molto famosi in Giappone dove al posto di baristi e camerieri tatuati ci sono ragazzine appena maggiorenni che si esibiscono in siparietti musicali e servono ai tavoli uomini parzialmente privati delle facoltà psichiche.
Ci sono andato con un mio amico Otaku.
Ad accoglierci fuori dal bar c’era una ragazza con l’impermeabile, molto contenta di vedere nuovi umani da spennare. Con grandi moine ci accompagna all’interno e ci affida alle cure di Mariko.
Se sei un verginello, il rito è sempre quello.
La giovane in abiti da cameriera sexy vittoriana ci guida al tavolo con in mano una candelina. Parla con un tono stridulo e fastidioso e poi al tre ci soffia sopra. Solo che la candelina è elettronica e così si perde il rituale del desiderio.
Iniziamo bene. Più che a un tavolo mi sembra di essere su una lapide.
In teoria in questi locali c’è il divieto assoluto di fare foto perché potresti dar fastidio alle intraprendenti lavoratrici, ma soprattutto ai clienti, che hanno paura di essere riconosciuti sui social da consorti o parenti.
Seduti intorno a noi ci sono:
- uno con l’aria da killer con i capelli lunghi e il ciuffo biondo, i jeans sbriciolati, gli stivali a punta di Aladino, una maglia a righe nera e rossa e un giubbino di pelle borchiata.
- un nerd che continua a scrivere sul computer e se ne fotte di tutto il resto.
- un salaryman di mezza età abbastanza elegante.
- un altro nerd con la polo verde e gli occhiali fondo di bottiglia che bava ogni volta che vede una femmina avvicinarsi.
- due ragazze che non si capisce il perché.
- un ubriaco che barcolla ogni volta che si alza dalla sedia.
Le Maid sono gentili e attente. Addestrate come dolci angeli controllano che tutto sia perfetto e che ogni cliente abbia almeno una consumazione.
Per chiamarle bisogna fare l’imitazione di un gatto. Basta mettersi le mani a pugnetto vicino alla tempia e poi urlare “gnam gnam”.
Per i primi cinque minuti ti senti uno stupido, ma poi il gioco inizia a farsi interessante.
Perché quelle sono piccoli demoni spilla-soldi.
Quando ti portano da bere devi recitare una breve formula magica per rendere la bevanda ancora più buona, quando è l’ora del balletto sul palco al centro del locale cercano di venderti dei bastoncini luminosi per creare un’atmosfera da concerto e appena vedono che sei a metà del tuo drink corrono subito a chiederti se vuoi qualcos’altro da bere.
Senza neanche accorgermi dal mio portafoglio sono volati subito 50 Euro. Ma perché mi sono fatto tirare in mezzo dalla piccola lotteria della serata dove c’era un premio assicurato per tutti:
- una foto con il tuo cellulare con una Maid a scelta.
- una polaroid con dedica di una Maid a scelta.
- una canzone live di una Maid a scelta.
- una bibita che ti verrà portata da una Maid a scelta
- un rene di un cliente a scelta. 😛
Io ho vinto la polaroid, poi su un menù ho selezionato la mia ragazza preferita.
E così il gioco ha ripreso.
Il povero ubriacone continuava a spendere soldi in alcolici pieni di ghiaccio e spettacoli live.
Un buttafuori lo controllava da lontano, perché se solo osi sfiorare la gonna di una ragazza ti buttano in una fornace e le tue ceneri direttamente in uno di quei gabinetti elettronici che piacciono tanto ai turisti.
I Maie Cafè ti mandano in estasi. E non ne puoi più fare a meno. Per il mio amico Otaku, sono degni sostituti delle droghe.
Quelle canzoncine penetranti interferiscono con le funzioni cerebrali e hanno lo stesso effetto di un allucinogeno, la situazione di pericolo diminuisce e tu che fai? Continui a ballare e a spendere soldi in cibi zuccherosi e bevande fluorescenti.
Il fascino delle Maid è letale. Come un trip confonde il reale con la fantasia. Credi che ti amino, mentre invece stanno recitando solo un copione ben scritto da sadici imprenditori che conoscono con precisione le debolezze del maschio represso.
Ai Maid Cafè basta sognare. Poi fa niente se il conto si prosciuga in un mese e tu vivi come una larva in tre metri quadri.
Vuoi mettere l’ebbrezza di sfiorare la candida mano della tua ragazza preferita quando ti porge il bicchiere di alcol, soda e succo di fragola?
Altro che oppiacei e sostanze inalanti.
I neuroni si sciolgono alla vista dei loro fianchi che ondeggiano con i vassoi di birra, il tuo coordinamento motorio rallenta di fronte ai loro pizzi, il cervelletto va in tilt al solo indossare un cerchietto rosa di peluches Made in Cina che ti hanno offerto in cambio della tua anima.
Che cazzo pippate a fare la cocaina, venite qui. E morite d’amore!
Le Maid non sono altro che pop idol che non ce l’hanno fatta, spesso fuori sinc durante il playback e ballerine pessime su coreografie da saggio di fine anno di terza elementare, ma addestrate come assassine senza cuore. Nikita e Black Mamba di Kill Bill in confronto erano catechiste timorate di Dio.
A fine serata il nerd con il computer si è alzato, ha indossato degli occhiali da sole ed è uscito con il bastone da non vedente.
Cosa vi avevo detto? Se non sono ex drogati questi…
Ma dove si trova la droga in Giappone? E che ne so, mica sono uno spacciatore. 😛
La mia amica, interprete del consiglio degli avvocati giapponesi, mi ha detto che Roppongi è una delle zone più "tossiche" di Tokyo.
Spesso sono le ragazze che spacciano.
Ci sono quelle che te la vendono e quelle che vogliono spillarti i soldi e che ti mettono allucinogeni o sonniferi nei bicchieri, poi non so con quale stratagemma ti obbligano ad andare al bancomat e il gioco è fatto. Ti ritrovi in mutande e senza un soldo.
Oppure ci sono locali molto noti, dove si pippa come dei dannati. Locali talmente noti che la polizia ogni tanto fa delle retate con l’obbligo del test delle urine.
Qualche anno fa in un quartiere controllato dalla Yakuza, la droga si comprava direttamente nei Gacha Gacha, quelle macchinette che fanno cadere palline con dentro i giochini a sorpresa, solo che al posto del portachiavi di Doraemon trovavi due belle pasticche di estasi o un grammo di coca.
Quanta creatività in questa città. 🙂
Gtvb
Foto Cover: StudioA x GiapponeTVB