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ONSEN (e altri avvertimenti)

Dopo la gita a Nagatoro, la nostra amica giapponese ci ha regalato una giornata alle terme.
Io e la Piera siamo felicissimi.
Lei un po’ meno visto che è piena di tatuaggi. Come andrà a finire?
Buona lettura.


“Mia san come hai detto che si chiama questo paese?”
“Perché vuoi sapere?”
“Giusto per registrami sul sito della Farnesina”
“Ci fermiamo ad Hagure Station conosci?”
“No, ma fa rima con sciagure!”

Siamo partiti da Nagatoro nell’ora in cui gli studenti uscivano da scuola. Sul treno c’era una puzza di pubertà e di “dopo l’ora di ginnastica” che la lettiera usata da un gatto in confronto è acqua di colonia.
Non c’è un bel cielo, tutto intorno sembra fermo al 1978. Però l’atmosfera non è male. C’è la natura incontaminata, piccole case sparse qua e là e pochissime auto. Forse abbiamo fatto un salto temporale.

hagure

“Aya, ma è stupendo. Ci hai portato in un complesso da ricchi. C’è anche la barca”
“Non è questo. Noi dobbiamo camminare più sopra”

Terme giapponesi

“Ci hai portato in un ryokan con l’onsen privato. Grazie mille non dovevi”
“Non è questo! Noi dobbiamo camminare più sopra”

Case giapponesi


“Ma che carina. È una casa con i tetti azzurri e ciliegi rosa. Come sei romantica Aya”
“Non è questo. Noi dobbiamo camminare più sopra”

La prima a spazientirsi è stata la Piera. La mia compagna di viaggio ha scoperto che qui non c’è nulla da comprare. Nessun negozio, manco un piccolo Uniqlo nascosto nel bosco.
Però c’è la riserva delle scimmie, un laghetto e un mini campo da golf per i più ricchi della vallata.

“Ecco noi siamo arrivati”

Terme giapponesi


“Piera sembra un istituto d’igiene mentale”
“Shining!”

È un hotel frequentato da ultraottuagenari. Gli unici occidentali siamo io, la Piera e forse dei rotoli di carta igienica di marca tedesca. Forse.
Alla reception ci tengono circa mezz’ora. Le signorine scrutano i nostri documenti e poi parlano con Mia san. Questo siparietto va avanti per mezz’ora.

“Scusa Mia c’è qualche problema?”
“No. Loro spiegare come fuggire se brucia”
“Cosa?”
“Hotel!”
“Ma perché?”
“Forse perché qui molti anziani fumano e loro spesso si addormentano con sigaretta accesa”

Piuttosto che vietare il fumo, mi sembra logico insegnare tecniche di evacuazione a degli anziani tabagisti che fanno fatica a deambulare.
Ci fosse qualcosa di ignifugo. Qui è tutta moquette, legno e carta di riso.
Moriremo, me lo sento!

Meno male che la nostra stanza è pulita e spaziosa. Ha una vista magnifica sulle colline, il porta dentiera, il catetere di ricambio e un piccolo kit di pronto soccorso.

futon

futon

C’è anche una pallina per terra legata alla porta per il massaggio plantare!

“Noi mangiare alle 7 in ristorante per terra”
“Vuoi dire al piano terra?”
“No, mangi per terra”
“Come i cani?”
“Sì, ma non dentro ciotole”

Che Budda fulmini chi ha inventato questa usanza.
Mangiare per terra non è una bella esperienza, se non sei abituato ti vengono subito i dolori della vecchiaia.
Le rotule vanno per conto loro, la schiena si sbriciola e la cervicale inizia a suonare come una sirena.

“Mia san a te piace mangiare per terra?’”
“No!”
“Indossare lo Yukata?”
“No!”
“Il Kimono?”
“No!”

La cena viene servita su un grande vassoio pieno di piatti e piattini. Ci sono un sacco di verdure, riso bianco, salsine, carotine, e altre cose che finiscono in “ine”.
Non tutti i sapori allietano il mio palato ormai assuefatto alla soia, ma siccome questo sarà il mio ultimo pasto, visto che moriremo bruciati per colpa di qualche nonnino, meglio approfittarne.

“Noi ora fare Onsen’”
“Ma ho appena cenato”
“Onsen si fa nudi”
“Lo so. Nel caso posso usare la mia coda di Sirena e cantare - In fondo al mar?"
“Voi avete tuttù?”
“No, il tutù l’ho dimenticato a casa”
“Tu tuttù finto?”

Dopo venti minuti…

“Ah! Intendevi tatuaggi?”
“E io che ho detto?”

Così la mia amica Piera ha dovuto svelare il suo torbido segreto.
Chiusi nella nostra bellissima stanza con vista mozzafiato ha mostrato la sua schiena, facendo cadere lentamente lo yukata, quasi al rallentatore. Una scena super sexy. Però io posso solo farvi vedere la vista mozzafiato.

Prefettura di Saitama
Sì, lo so, non sono le Dolomiti, però c'è un ponte alla vostra destra: l'unica attrazione turistica della vallata. :-P


“Cosa dici Mia san, ho troppi tatuaggi?”
“Noi potremmo coprire con cerotti e per gli altri non ti preoccupare, sembrano righe”
“Veramente sono citazioni colte di poeti e scrittori”
“No, righe come donne”
“Non capisco”
“Come le chiamate voi le righe di pelle”

Dopo venti minuti…

“Ah! Intendevi le smagliature!”

Non vi dico la Piera come si è offesa!
Le ho lasciate mentre cercavano di camuffare la gigantesca Peonia con del fondotinta waterproof.
Io e le mie ciabatte numero 38 color cadavere siamo pronti per questa nuova esperienza.

ciabatte giapponesi

Lo spogliatoio dei maschi è un po’ datato, i pavimenti sono color dentifricio anni 70, le panchine sono consumate dal tempo e i ventilatori fanno un casino della Madonna.
Le vasche termali sono due. Grandissime.
Ma regola dell’Onsen giapponese è lavarsi prima di entrare.

Onsen
Bisogna sedersi su dei seggiolini ( oh mio Dio chissà quanti sederi l’avranno toccato!!) e strinarsi per bene ogni parte del corpo.
Ci sono 6 clienti. 4 sono in una vasca e 2 nell’altra.
Mi hanno guardato come se fossi un bonobo peloso e pieno di pulci.
Ho sorriso e mi sono immerso nella vasca meno affollata, ma per qualche motivo a me sconosciuto i due vecchietti si sono alzati massaggiandosi i genitali scrupolosamente.
Vabbè. Cosa vuoi che sia, forse sarà la timidezza.

“Buonasera”

Nessuna risposta

“Konbanwa”

Mi fanno un breve cenno con l’occhio di vetro.
Facciamo la prova del 9.
Sono uscito dalla vasca, tipo la Venere di Botticelli, coprendo il mio intimo con dei capelli finti, e mi sono immerso insieme a loro.
Tre, due…uno. Lo sapevo!
Sbofonchiando hanno abbandonato le terme, sicuramente infastiditi dalla mia invadenza occidentale.
Mi hanno lasciato solo, manco un sorrisino. Nulla.

Bene ora posso gridare e giocare come un pazzo, sbattere i piedi, fare le bolle con la bocca e schizzare acqua sui vetri.
Chi se ne frega dell’inclusione, fanculo razzisti. Sono il re delle terme!!!!
È una sensazione bellissima, senti calore ovunque, i pori si allargano e tutte le impurità scompaiono, i muscoli si rilassano e lo stress affoga a 40°.
Poi vedi le stelle. Giuro. Le terme giapponesi sono uniche al mondo.

L’inserviente dell’hotel è entrato dopo due ore allarmato dalle mie amiche.
Mi hanno trovato per terra di fianco ai doccini.
Ve l'avevo detto che sarei morto.

Gtvb