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TONKATSU ALLA META (Intervista a Chef Rubio)

Il 20 Settembre il Giappone ospita la Coppa del Mondo di rugby.
Un evento sportivo importantissimo di cui tutti parleranno.
Io però di rugby non so niente e devo trovare qualcuno che mi spieghi almeno i fondamentali.
Mi viene in mente un personaggio che sa prendere al volo una palla ovale, ma anche acchiappare le mosche con le bacchette, uno che manovra i coltelli come le katane, che non ha paura di sporcarsi le mani, ma che sa cucinare senza macchiarsi la camicia, uno senza padrone, un ronin.
Chef Rubio!
Prima di mettersi ai fornelli e diventare il paladino della cucina verace è stato un giocatore di rugby professionista.
Daje!

Dammi dei buoni motivi per innamorarmi del rugby.

«Perché è uno sport molto dinamico, bello da vedere nella sua apparente confusione. Perché è accattivante anche per chi non ne conosce le regole e guarda la partita per altri motivi.
Avvicinarsi alla sua filosofia e disciplina può trasformarti e rendere interessante il tuo percorso di vita.
Poi dipende dal ruolo che scegli dentro quel mondo.»

 

Spulciando in giro scopro che di base il rugby ha quattro regole:
1) Obiettivo del gioco è fare meta, ossia portare la palla al di là della linea avversaria.
2) I passaggi palla si fanno solo indietro ed è per questo che i giocatori sono eroi che sfondano la linea nemica.
3) La mischia non è una zuffa in campo, ma segue regole ben prestabilite
4) Una partita si gioca in due tempi sul campo, più un terzo al pub!

In Giappone il rugby è conosciuto da oltre 150 anni.
La versione ufficiosa dice che è stato merito del Commodoro Perry, che al porto sbarcava, merci, usi e costumi dall’occidente come un ambulante impazzito.
Sulle sue orme nel 2013 Chef Rubio con la trasmissione “Il Cacciatore di tifosi” ha girato l’Italia per raccogliere supporter per la nostra nazionale di rugby.
Un vero leader che negli spogliatoi esortava al sacrificio, forza, resistenza e disciplina.

 Chef Rubio rugby


Il rugby ha delle regole che sembrano scritte da un giapponese.

«Ma bisogna essere giapponesi per far bene le cose. La ricerca della perfezione è una loro caratteristica.
Come in tutti gli sport anche nel rugby se non ti concentri l’obiettivo può sfuggirti di mano.
Essendo una disciplina molto rigorosa è anche sacrificio.
E poi il rugby ha questa componente di cameratismo che sembra sposare ideali bellici, ma che se applicata allo sport o all’arte può dare frutti importanti.»


Durante la coppa del mondo del 2015 i giapponesi hanno vinto contro i Sud Africani. Una partita storica.

«Il Giappone non è più una Cenerentola, negli anni ha avuto nei suoi club ex campioni neozelandesi, samoani e fijani, che andavano a svecchiare nel campionato giapponese. Così hanno alzato il livello. Sono fisicamente potenti anche se sono piccoli, ma comunque compatti e quindi fastidiosi in campo.»


Una bella intuizione quindi quella di valorizzare le caratteristiche fisiche degli atleti nipponici, sicuramente meno massicci dei campioni di altre nazioni.

«Anche il rugby si è un po’ evoluto. La sola forza fisica è fine a se stessa. Energumeni di due metri devono reggere ottanta minuti in campo, per questo adesso si cercano atleti che siano anche veloci e resistenti all’impatto e alla durata della partita. Chi giocava a rugby vent’anni fa non potrebbe farlo sicuramente ora. »


Zaccheroni è stato CT della nazionale giapponese di calcio, se domani ti chiedessero di allenare quella di Rugby molleresti tutto per farlo?

«Subito! Se loro non volessero requisiti come l’esperienza da allenatore mi ci trasferirei adesso!»

Chef_Rubio Credit Carbonelli_Seganti

Del Giappone so che ami anche la cucina, cosa mi consigli di sgranocchiare davanti alla partita? (che non siano patatine)

«Se sei a casa puoi prendere un pezzo di maiale e friggerlo!
I giapponesi lo chiamano Tonkatsu, poi se lo metti sul riso diventa Katsudon.
Ci puoi anche rompere sopra un uovo…insomma è una cosa che puoi assemblare facilmente anche se non se non sei un cuoco, poi ovviamente da lì a farlo buono ce ne passa, magari guarda la ricetta…sennò se vuoi sentirti giapponese friggi qualcosa e te lo mangi con due bacchette. » :-P

Il Tonkatsu vince anche sulla cotoletta alla milanese?

«Il Tonkatsu che ho mangiato nel Kitakyūshū è meraviglioso, ma quello di Kagoshima (città gemellata con Napoli) è imbattibile.»


Domenica 15 Settembre inizia: “Rubio alla ricerca del gusto perduto” (Canale 9 ore 21:25)
Un viaggio alla scoperta della cultura gastronomica cinese, vietnamita e thai.
Una conferma dell’interesse per l’estremo oriente dello chef meno convenzionale d’Italia.


Chef Rubio arra ricerca del gusto perduto

Ma in Giappone hai ritrovato un gusto che si credeva perduto?

«Certo. L’ho trovato nel Kitakyūshū ed è stata un’esperienza unica e bellissima. »


Dal 18 al 23 Settembre a Osaka sarai ospite dell’edizione autunnale di ”Italia, Amore mio!” tutta dedicata al Rugby. (Cattolica Assicurazione Piazza Italia)
Cucinerai qualcosa?

«No, faremo un talk che affronterà argomenti deversi.
Ovviamente parleremo di rugby: ci sarà con me anche mio fratello, che è stato nella nazionale italiana e oggi allena.
Ma parleremo anche di gastronomia giapponese, che è interessante tanto quanto quella italiana.
E poi presenterò 高揚 / KOUYOU, la mia mostra fotografica che si terrà alla Sagra dell’Anguilla di Comacchio dal 5 ottobre: un omaggio all’anguilla, animale presente nella tradizione culinaria di tutte e due le culture.»


Ti batti da sempre per i diritti umani e sei stato sulla Open Arms, parlerai anche di questo in Giappone?

«Non credo che ai giapponesi interessino le nostre problematiche, credo che abbiano altre cose per cui lottare: Fukushima per esempio.
Se mi verrà fatta una domanda sicuramente risponderò, però non parlerò di argomenti che non conoscono. »

Senti, ma quando sei in Italia ci vai all’All you can eat?

«Ultimamente no, non è nelle mie mete.
Però mi è capitato. Sai quando in compagnia dici: “andiamo a magnà qualcosa?”»

Chef Rubio baffo


Non abbiamo ancora parlato di Tokyo. Immagino tu ci sia stato?

«Io sono stato tre volte in Giappone. A Tokyo due.»

Un posto dove poterti trovare?

«Mi piace molto il parco di Ueno, ma di più osservare le persone in metropolitana.»

Lo faccio anch’io. La prossima volta possiamo attrezzarci con sedie comode e pisellini da sgranare.

«Sì, sì..bravo così!»

GiapponeTVB