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QUANTI ANNI SONO PASSATI? (11 Marzo 2011)

L’11 marzo 2011 alle ore 14:46 al largo della costa della regione di Tōhoku, in Giappone,  una scossa di magnitudo 8,9-9,0 con epicentro in mare distrusse migliaia di vite.
A oggi è il più potente registrato in Giappone.
Il 23 novembre 1980 stavo giocando a casa di mia nonna.
Il mio divertimento preferito era costruirmi robot di carta e farli combattere fra loro. Il mio preferito era Robot Amico Numero 4.
Mia mamma di solito chiudeva il negozio verso le 19:30. Mio padre di solito andava a prenderla. Insieme chiudevano la cassa e poi, se il giornalaio era ancora aperto, mi compravano due o tre pacchetti di figurine dei calciatori.
Non ricordo bene l’attimo, ma ricordo bene dov’ero: nel salone di mia nonna, inginocchiato a terra, pronto a sferrare il mio attacco supremo sul Robot Nemico Numero 5. (li chiamavo tutti così).
Sentivo di là mio padre che parlava al telefono a voce alta.
Il nonno, la nonna, le mie zie e tutti i miei cugini di Avellino erano rifugiati nello stadio.
Alle ore 19:34 una scossa di magnitudo 6.9 della scala Richter aveva investito la zona della Campania centrale, l’Irpinia.
Mio padre non perse tempo. Richiamato dalla sua terra partì quella notte stessa, insieme al nostro vicino di casa, con un camion pieno di tutto e le tasche piene di soldi.
Un viaggio senza soste, dal nord al sud dell’Italia, spinto dalla paura di avere perso tutto in una manciata di secondi.
Arrivato allo stadio di Avellino cercò i suoi parenti per ore.
Ma mio padre oltre che alla sua famiglia, era lì per portare aiuto all’intera comunità.
Distribuiva cibo a tutti, regalava i miei vestiti e quelli di mia madre, cercava di fare quello che poteva, perché ahimè la macchina degli aiuti ufficiali faticava a partire.
A casa, al nord, ci tornò portando tutti i famigliari. Non ci pensò un attimo.
Gli zii e mia cugina dormivano da me, gli altri erano sparpagliati dai fratelli di mia madre.
Ricordo bene le cene in taverna da mio nonno materno. Non capitò mai più di vedere riuniti tutti i miei parenti.
Dal bisnonno alla bis nipote, tutti sotto lo stesso tetto. Eravamo tantissimi. E anche io mi sentivo terremotato, perché dormivo su un materassino per terra e intorno ci avevo messo dei peluche.

Ricordo che il nonno paterno una sera si avvicinò per restituirmi una cosa: il mio Robot Amico Numero 4.
L’avevo consegnato a mio padre la notte della sua partenza per Avellino, perché volevo che proteggesse tutta la città.

Nicolas Datiche Photo

Sono passati 9 anni dal grande terremoto in Giappone, 40 dal quello dell'Irpinia.
Ora stiamo vivendo una pandemia senza una data che ci renda più uniti.
Restate in casa. Restiamo in casa.

GiapponeTVB

Foto Cover: ©UNICEF/Giacamo Pirozzi
L'11 Marzo 2012 a un anno dal terremoto del Tohoku, l'Unicef organizzò un seminario di fotografia per 27 bambini delle comunità più colpite dallo Tsunami e il sisma.
Yuuna Sasaki 8 anni fotografò le macerie di Miyagi spiegando: "Ogni pezzo contiene i ricordi delle persone. Non voglio che vengano dimenticati."