Little Boy e Fat man, questi erano i criptonomi delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki nell’Agosto del 1945.
Nomi innocui che nascondevano un presagio triste per la storia dell’umanità e che nessun giapponese riesce ancora a dimenticare.
Sachiko Masuno aveva 15 anni quando il “ragazzino” trapassò la sua schiena lasciandole più di 100 cicatrici. La trovò in mezzo alla strada sua cugina, Toyoko Kodama, che la trascinò letteralmente in un rifugio.
Tutte e due studiavano in una scuola femminile e di pomeriggio lavoravano come autiste per il tram. Quasi obbligate, visto che molti ragazzi erano stati arruolati per combattere un nemico che non avevano mai conosciuto.
Sachiko ricorda solo che stava aprendo la porta del mezzo e che erano le 8:15 del mattino. Il “ragazzino” le stava portando la colazione.
Toyoko era in ferie quel giorno e ricorda che il tetto del dormitorio dove alloggiava si polverizzò in due secondi. Bruciava tutto. E la prima cosa che le venne in mente fu quella di andare al fiume Kyobashigawa per pulirsi le ferite.
A scuola avevano ricevuto delle istruzioni nel caso ci fosse stata una catastrofe.
“Riunitevi al santuario Kanda a Ujina e poi andate alla Zissen Girls' High School nel vicino villaggio di Inokuchi, quello sarà il luogo di evacuazione da Hiroshima”
Toyoko incoraggiò Sachiko per tutto il tragitto, ricordandole che era sopravvissuta per qualche motivo e che doveva lottare contro il dolore fisico.
Anni dopo Sachiko Masuno mentre faceva il bagno insieme a dei colleghi sentì che qualcuno commentava le cicatrici sulla sua schiena.
Lei si rivolse a quei bisbigli dicendo che era colpa del “ragazzino” e invece di trovare empatia la lasciarono da sola nella vasca per paura delle radiazioni.
Hisae Okabe ricorda benissimo quando le finestre della banca dove lavorava si trasformarono in pugnali volanti.
Lei era addetta a registrare i soldi ricevuti e i pagamenti. Un quarto d’ora prima che il “ragazzino” cadesse a 1,6 km dalla sua scrivania l’aria in ufficio era nervosa.
Stava per sedersi quando un lampo illuminò la stanza. Lei aveva imparato che in caso di attacco bisognava accucciarsi e tapparsi le orecchie.
Quando si rialzò una collega la pregò di strapparle il braccio che penzolava, perché pesava troppo. Hisae era così spaventata che non riuscì a muovere un muscolo. L’Apocalisse era arrivata, gli uomini si trasformavano in cadaveri e gli intestini decoravano le pareti.
Mentre correva, la giovane Hisae schivava case che crollavano e lingue di fuoco. Un poliziotto cercò di aiutarla, perché lei voleva solo tornare a casa, ma Hiroshima si era capovolta e le strade non erano più le stesse.
Okabe si sposò due anni dopo. Ricorda perfettamente quando barattò la sua vita con la morte. Fu grazie a un cambio turno con una sua collega, che non rivide più.
“L’uomo ciccione” invece era ingordo. Non sapeva scegliere cosa mangiare quell’Estate.
Ma nel suo Menù ideale c’era una città abbastanza grande da contenere tante persone e che avesse un alto valore strategico.
A lui piaceva Kyoto con i suoi templi e la geisha pronta intrattenerlo con le sue arti. Però c’era anche Niigata, ma non sembrava così appetitosa. Poteva mangiare Kokura, ma lì c’è sempre brutto tempo e preferiva aspettare i consigli dello chef.
Il “ragazzino” nel frattempo gli aveva lasciato solo delle briciole di Hiroshima.
Nagasaki profumava di ricette fusion. Qui c’erano un sacco di cattolici fidelizzati dall’invasione portoghese del XVI secolo, poi il porto era un via vai di merci e marinai, che con un pizzico di limone erano la morte sua.
Sembra gustosa, però quelle montagne potrebbero irritare il mio colon.
Lascerò che siano i piloti che mi stanno portando in viaggio a decidere per me.
Come si chiama l’aereo dove sono comodamente seduto?
Il “ragazzino” si è scelto Enola Gay. Che culo, gli hanno pure dedicato una canzone.
“Benvenuto a bordo del B29 delle United States Army Air Forces - Bockscar - al comando c’è il pilota maggiore Charles W. Sweeney, il cielo sopra Kokura è grigio, dirigeremo e digeriremo verso Nagasaki, sono certo che troverà nuove ricette prelibate. Buon viaggio e buon appetito”
È andata così. Più o meno.
Henry Stimson, segretario di stato americano aveva passato la sua luna di miele a Kyoto e dicono che fosse così innamorato del Giappone che cancellò la città dalla lista delle candidate alla bomba atomica. Perdere così tanta cultura poteva essere uno shock per i giapponesi, ma anche per il mondo.
Gtvb
Foto Cover: ©Hiroki Kobayashi/National Geographic