Se avete in programma una vacanza in quel del Sol levante, non ditelo a nessuno.
Perché?
“Amico ho letto che sei a Tokyo, mi compri un chilo di the verde”
Quando nel 1867 salì al trono l’Imperatore Meiji, la prima cosa che volle fare era togliersi dai piedi quegli Shogun guerrafondai che non avevano fatto altro che bisticciare e darsele di santa ragione. Basta samurai e katane insanguinate. Ci voleva una rivoluzione.
La metro di Tokyo chiude più o meno a mezzanotte e i giapponesi corrono come i matti per non perdere l’ultimo treno che li porterà a casa.
Inciampano, le ragazze si spezzano i tacchi e cadono, alcuni pattinano come atleti fra la folla.
Oggi ho deciso di tornare sulle mie tracce, anzi no, su quelle della mia amica Lady Disturbia, nota per aver trattato male tutte le commesse del triangolo dello shopping Shibuya – Omotesando – Harajuku.
L’ultimo giorno. E nella testa il pensiero banale: "Sembra ieri".
Il mio amico Marco è in giro per Tokyo a cercare una valigia a buon prezzo, che contenga tutti i suoi prodotti di bellezza, le mutande e la miriade di gadget che ha comprato.
Io continuo a girare a vuoto in cerca di uno stimolo.