, , , ,

TOUGH BOY (Arrivederci Masami Suda)

Michael, Marco e Paolo erano i miei compagni di classe delle elementari con cui facevo comunella. Sembravamo i 4 moschettieri.
Ci piacevano i transformers, bisticciavamo per chi doveva essere il leone nero del Voltron e una volta fummo cacciati dall’oratorio per istigazione alla violenza.
Michael, che era il più tecnologico del gruppo, aveva registrato la sigla di Ken Shiro, quella italiana, interpretata da Claudio Maioli.
Non era una canzone spensierata che si poteva ascoltare in mezzo a preti, suore e fanciulli timorati di Dio.

Ken Il Guerriero iniziava con quel “Mai, mai scorderai, l’attimo, la terra che tremò”.
Città post apocalittiche e paesi governati da tiranni erano per noi luoghi perfetti dove sguazzare e Ken il nostro profeta “sceso come un fulmine dal cielo”.
Don Giustino ci sentì cantare come pazzi in mezzo al campo da calcio e mentre Paolo e Marco imitavano i combattimenti dei bruti deformi del cartone animato, il nostro adorato prete ci ruggì in testa le sue sentenze. Avevamo portato il demonio nella casa di Gesù.
Che poi alla fine, se ci pensate bene, Ken era veramente un Salvatore, certo usava dei metodi poco ortodossi, non porgeva l’altra guancia, piuttosto te la faceva saltare insieme al setto nasale e ai bulbi oculari, però era sensibile e giusto, con i suoi sopracciglioni giganti e poco curati e le sue cicatrici a forma di Orsa Maggiore.
E mentre Ken cercava la sua Giulia lasciandosi dietro un tappeto di sangue e viscere, io e i miei amichetti mendicavamo puntate dai nostri genitori, che arrabbiati per la nostra performance irriverente, ci avevano punito con la più terribile delle torture: niente televisione fino all'Apocalisse.
Per anni ci siamo chiesti come sarebbero finite le avventure di Ken, Raoul e Toki.
Poi ci siamo persi di vista, le scuole medie ci hanno diviso, la cresima aveva messo fine all’obbligo del catechismo e le televisioni smesso di trasmettere “Hokuto no Ken”.
Io ero orfano delle sue mosse finali e di quella battuta “tu sei già morto” che era veramente teatrale, ma cazzo mi faceva venire i brividi fino al perineo, altro che quei noiosi dei Masters of the Universe. Ho aspettato Ken per anni, ma non è mai arrivato a salvarmi, manco una cartolina dalla lontana scuola di Hokuto.

Per me Ken non era quello del fumetto di Buronson e Tetsuo Hara. Per me Ken è quello di Masami Suda, character designer dell’anime insieme a Kouki Nakamura.
Mi ricordo il suo nome nella sigla e con gli anni l’ho visto apparire sui social. Così un giorno ho provato a scrivergli. Ho fatto tradurre una breve lettera dalla mia amica giapponese e poi gliel’ho inviata su Messenger.
Mi ha risposto dopo un’ora, dicendomi che ero molto bravo con i Kanji e che sperava di tornare presto in Italia.
Non gli ho detto che era tutto merito di Mia san, però mi è bastato.

Masami Suda è scomparso il 1 Agosto, nel mese delle stelle cadenti. Non ci siamo mai incontrati, ma sicuramente ha lasciato una grande eredità al mondo e quel modo di essere gentile che era nascosto anche negli occhi di Ken.



Gtvb