Dicono gli esperti di sociologia e antropologia giapponese che le Sukeban hanno aperto la strada a quei pappamolli dei Bōsōzoku (le gang dei motociclisti giapponesi) e ai punk “yankii”
“Quale sia la ragione ogni forma di vita è sacra e uccidere è un atto intollerabile”.
Così rispondeva l’istitutrice Taka Adachi alla domanda “Perché non va bene vendicarsi?” pronunciata dal principino Michi, primogenito dell’Imperatore Taishō ed erede legittimo al trono del Crisantemo.
Il 14 Aprile 1988, verso l'ora di cena, un'autobomba esplose davanti a un circolo ricreativo americano, in Calata San Marco a Napoli.
Una via piccola, ma molto frequentata, non tanto distante dall'elegante Galleria Umberto I e dal mare.
Direttamente da Honk Kong ecco come diventare un vero Cavaliere dello Zodiaco.
Sì, dai quei famosi super eroi giapponesi che parlavano forbito e riuscivano con la sola imposizione delle mani a raggiungere nirvana, sesto senso e altre prodigiose facoltà mentali.
La metro di Tokyo chiude più o meno a mezzanotte e i giapponesi corrono come i matti per non perdere l’ultimo treno che li porterà a casa.
Inciampano, le ragazze si spezzano i tacchi e cadono, alcuni pattinano come atleti fra la folla.
Oggi ho deciso di tornare sulle mie tracce, anzi no, su quelle della mia amica Lady Disturbia, nota per aver trattato male tutte le commesse del triangolo dello shopping Shibuya – Omotesando – Harajuku.