Diciamocelo fra noi, il Giappone non sta facendo una bella figura con il resto del mondo. Ha creduto di resistere alla Pandemia solo con l'uso delle mascherine e invitando i cittadini a un comportamento civile nel rispetto delle regole anti-Covid. Non ha imposto, non potendo per legge, divieti, lockdown hard e altre restrizioni.
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Il 3 Giugno è atterrato su Netflix “Pretty Guardian Sailor Moon Eternal”, il tanto atteso film sulla guerriera che veste alla marinara, ridisegnata e fedele al manga di Naoko Takeuchi. Un condensato di battaglie, buoni sentimenti, inclusione e coreografie magiche che ha trasformato l’eroina giapponese con i codini in un’icona planetaria senza tempo.
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Domani sera, 13 Giugno, alle ore 20:45 sulla pagina Facebook di Paolo Linetti, scrittore e responsabile attività museali al Diocesano di Brescia e curatore del Museo d’arte Orientale Fondazione Mazzocchi, dovrò parlare di come Sailor Moon è sopravvissuta negli anni alle censure, diventando icona planetaria simbolo della diversità e paladina delle identità non binarie.
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Dopo lo stop di un giorno dovuto a uno sfortunato Overbooking (QUI se volete ripassare) finalmente siamo riusciti a mettere piede sull'aereo. Tra 11 ore e 30 minuti, secondo l'annuncio del comandante, visto che abbiamo il vento a favore, sarò in Giappone e potrò sfondarmi di cibo ai Konbini, farmi legare come una Polena su un treno della Yamanote Line oppure vivere dentro un distributore di bibite per rubare le monetine agli assetati.
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Appena arrivati a Sukagawa io Marco e Mia san siamo stati accolti da un cesto di fragole. Sì, un bellissimo cesto di fragole, perfette e quasi tutte delle stessa misura. Perché Sukagawa non è solo famosa per Ultraman e per il museo di Matsuo Bashō, uno dei più grandi poeti giapponesi, ma anche per la tenacia con cui ha dovuto combattere dopo l’11 Marzo 2011.
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